Collocazione:
G.34
Riproduzioni Microfilm n.: 4265 |
Dialoghi d'Autor Anonimo | |
Dodeci Dialoghi tra Callogistico e Filalete sopra varie questioni in speculativa e prattica di Canto. Opera utile e dilettevole insieme massime per chi attende al Canto Piano dedicata al Molto Reverendo Signor Scipione Dehe maestro di Canto nel seminario. In Bergamo. Per Francesco Traina, 1761, in 12°. In principio dieci carte pel frontespizio, per la dedicatoria dello Stampatore, approvazioni dei revisori, Prologo dell'Autore e Sommario dell'opera. Seguono i dodici Dialoghi in facc. 156.
Dall'ortografia antica, e dal confutarsi alcune parti dell'opera del P. Giuseppe Frezza, sembra che l'anonimo autor di quest' operetta vivesse o sul fine del seicento o al principio dello scorso secolo. Trattano i Dialoghi degli argomenti relativi al Canto Fermo, ed eccone il Sommario: Dialogo 1°. Dalla mala intelligenza del vocabolo Tono nascono delle controversie e varietà d' opinioni in fatto di Canto, e se ne spiegano i vari significati. Dialogo 2°. Dimostrasi ciò che propriamente debbasi intender per tono. Dialogo 3°. In che consista l'essenza del Tono in quanto significa Modo. Dialogo 4°. Proseguesi a parlare degli altri Toni ad uno per uno, dimostrando onde avessero origine gli Autentici ed i Plagali; perchè così si denominassero ecc. Dialogo 5°. Come possa determinarsi il Modo di un dato Canto Fermo; e del cattivo uso di solfeggiar con sei sillabe quanto le corde della Scala diatonica son realmente sette. Dialogo 6°. Disordini che nascono dal non saper ben determinare il modo. Dialogo 7°. Assegnansi le regole per conoscere il Modo di tante cantilene di Canto Fermo, le quali non hanno formalmente e compitamente tuttociò che costituisce l'essere perfetto di un Modo. Dialogo 8°. Discopronsi gli errori del Frezza nella sua seconda parte del Cantore Ecclesiastico. Dialogo 9°. Differenza che passa fra Tono, Modo e Salmodia. Dialogo 10°. Come s'abbia da procedere cantando regolatamente; e parlasi inoltre del Tritono, del Bemolle e del Diesis. Dialogo 11°. Dimostrasi superfluo ed inconveniente l'uso del diesis nel Canto fermo, comunque in alcuni casi, specialmente del quarto Modo, si pretenda indispensabile; e conchiudesi che il Bemolle nel Canto Piano è quasi sempre superfluo e vano. Dialogo 12°. Quanto s' inganni chi pretende il Quinto e Sesto Modo col Bimolle, ossia colla Quarta minore. |
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Editori: Traina, Francesco. |
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Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, p. 176 | RISM : B/VI, p. 932c | |||||||
Antiche collocazioni: 0350 (catalogo Sarti, circa 1840) | ||||||||
ID: 1756 |
LEGENDA
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[] | Integrazioni a cura del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna | * | Dopo il numero di repertorio indica una discrepanza tra la consistenza indicata e quella effettiva | |
{} | Integrazioni tratte dalle schede manoscritte di G. Gaspari | _ | carattere utilizzato per trascrivere i segni di abbreviazione |
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