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Collocazione: B.108

Riproduzioni
 Digitale:  Museo internazionale e biblioteca della musica 
 Paris, Bibliothèque nationale de France       Facsimile: 20.A.318

 Lanfranco Gio. Maria (da Terenzio nel Parmigiano)
 Scintille di musica di Gio. Maria Lanfranco da Terenzio Parmegiano, che mostrano a leggere il Canto Fermo, & Figurato, Gli accide_ti delle Note Misurate, Le Proportioni, i Tuoni, Il Contrapunto, Et la diuisione del Monochordo, Co_ la accordatura de uarii instrumenti, Dalla quale nasce un modo, onde ciascu_ per se stesso imparare potra le uoci di
La La Sol Sol Fa Fa Mi Mi Re Re Vt Vt.
In Brescia, per Lodouico Britannico M.D.XXXIII. in 4° oblungo. Quattro carte non numerate in principio, poi facc. 143. In quest'ultima è ripetuta la data come segue: In Brescia, per messer Lodouico Britannico, nelli anni della salute nostra M.D.XXXIII. nel mese di Aprile. (Trascriviamo qualche tratto della dedicatoria):

« Allo honòrato Messer Bartolomeo Maschara Bresciano, di lettere latine studioso, Giouan Maria Lanfranco da Terentio Parmegiano. Allo amico veramente negar non si dee giamai cosa che honesta sia, perchè et l' amico, se amico e, non de egli domandare quello che honesto non e. A voi adunque honorato Messer Bartholomeo come amico che mi sete, et della Musica Amatore, non debbo, ne voglio altresi negar il modo di insignare a leggere ciascuno canto riserrato nella nostra Terentiana di Musica, a me tante uolte da uoi addimandato. La qual opera già mi posi a scriuere, non perchè io credessi di souraauanzare, ne di aggiungere col mio scriuere alla scrittura di tanti eccellenti scrittori antichi et moderni, greci, Latini, et uolgari della Theorica, et parimente della prattica della Musica, che non che di crederlo, ma di disiarlo appena sarei stato oso. Ma per due cagioni accio mi misi. L' una per farmi delli ammaestramenti di quei che di Musica hanno scritto (non uolendomi par tire dal loro consiglio) maestro di me medesimo ... L' altra perche (come ci insegna Cicerone nel suo Oratore) il primo di qual genere di facolta si uoglia non toglie il luogo al secondo, ne il secondo al terzo, ne alcuno di questi al quarto, et cosi per fino che il numero dura ... Et chi non scia, ch' el Diuino Boetio Romano non si spauento delli studi de suoi maggiori, anzi con l' acutezza del suo occhio giudicioso (della Musica solamente parlando) miro si giusto et alto, che in essa Musica fra i latini il primo grado tiene ? ma non per questo egli ha tolto il luogo ne a Georgio Valla, ne a Guido Aretino, ne a Franchino, ne al mio Burtio Parmegiano, ne a Pietro Aaron Fiorentino, ne a Giouan Spataro Bolognese, ne a gli altri medesimamente, o maggiori o minori de souradetti che siano, che regolatamente io non intendo recitargli. Et quantunque Josquino oltre il segno di tanti altri nelli harmonici componimenti si trapassi, non possiede pero se non la sua stanza, lsciando la loro a Pierson della Rue, ad Agricola, a Giouan Moton, a Riccaforte, et agli altri antichi, se antichi e lecito chiamarli. Ma ne quelli che son primi, ne questi secondi non occuporano tanto il desiato segno, che con quello medesimamente non potessero giostrare i uiuenti Adriano Villaert, Costanzo Festa, Jachetto, Hesdin, et somiglianti ... Et ultimamente se l' organo, col quale si loda Iddio, fusse morto con Tubal, come si udirebbero le cosi belle lodi che manda a Iddio lo eccellente Caualiere da l' Organo, (nome ueramente che allui si conuiene) M. Lodovico Milanese, di questo stormento mio precettore, come che tardamente l' habbia seguito ? ... Da queste cose adunque assecuratomi, et da si chiari inchiostri inuitatò con ferma credenza che luogo mancar non mi potesse ... mi posi a scriuere la souradetta di Musica Terentiana ... per non mangiare otiosamente il pane, Nella quale (come io dissi) e rinchiuso il leggere di ciascun canto, che cosi amoreuolmente tante molte uoi. M. Bartholomeo mi hauete addomandato, che a questa uolta non ho saputo, ne uolli negar loui. Vel mando adunque, et in forma tale, che ne riesce (oltre ch' io faccio il uoler uostro) a me gran comodo per questo, che di dì in dì per qualche nuouo scholare che mi soprauiene (bisognandomi insegnar a i cherici, et soprani della Musica misurata del mio senza fine lodato et uia più che molto Reuerendo CAPITOLO Canonicale del Domo di Brescia) una buona parte di tai principij mi bisogna scrivere Laonde a uoi sodisfacendo, la fatica cessa in parte. Accettate adunque queste Scintille di Musica cosi chiamate, percioche appresso del leggere promesso, di alcune altre cose perte nenti alla prattica di l' uno, et di l' altro canto, trascorrendo in esse si ragiona. Et tanto piu uoluntieri accettar le douete (come che pouere siano di ornamento) quanto che restando uoi da me sodisfatto, a me giouate, che non molto staremo, (Iddio permettente) a rimandarle di altro habito uestite nella nostra souranomata Terentiana, nella quale molto piu lungamente, et con molti piu essempij che qui non si fa, si tratta della Theorica, et della Prattica di essa musica, con l' osservanza (al meglio che sappiamo) della lingua Toscana, cosa che in tutto osseruar e in queste nostre Scintille uoluto non habbiamo, per non offendere con alcune parole troppo Toscanamente dette l' orecchie de i più, Auisandomi che esse Scintille siano piu tosto richieste alli osseruatori della uniuersale Italiana fauella, et a principianti, che a gli introdotti di questa arte, et osseruatori della Toscana lingua. Da Brescia, nelle case della Cantoria del Domo, aili VII. di - Marzo M.D.XXXIII. » A tergo della dedicatoria leggesi la risposta del Mascara, dove di nuovo è fatta menzione della Terenziana. Eccone alcuni squarci: « Bartholomaeus Maschara Io. Mariae Lanfranco Musico peritiss. S. Musice ars nobilissima, pariter et antiquis sima... seculo nostro non parum celebris habetur ... Tu igitur inter eos, qui hanc profitentur, Musicus non parui nominis et Phonascus (cuius rei tot pueri abs te edocti, in Aede Pontificia modulatione suauissima, contrapunctum appellant Deum laudantes, locupletissimum afferunt testimonium) cum uideres, quantopere in percipienda hac disciplina plurimi laborantes, et saepenumero ab incepto desisterent, suasu meo librum hunc in publicum edere, haud ueritus es, in quo omnia, quae ad Musices Praxin pertinent, uno (quod aiunt) fasce luculentissime tradidisti, obiter non negligens quaedam ad Theoresin spectantia ... Interim huiusce artis pulcherrimae Candidati Terentianam expectabunt, quod opus micantissimum fore, et absolutissimum, ex harum Scintillarum fulgore auguramur, uti quondam Phidias Lucianicus ex ungue dumtaxat totam Leonis magnitudinem collegisse fertur. Vale. Brixiae ex Aedibus clariss. medici Io. Alberti Carrariensis. Idibus Martij. M.D.XXXIII. » Dell' opera Terenziana ora perduta parlò ancora il Cav. Angelo Pezzana. Fra le nostre schede si vegga quella di Costanzo Antegnati, ove abbiam trascritto l' ultimo paragrafo delle presenti scintille. Veggasi pure una lettera del Lanfranco fra quelle trascritte dal Codice Vaticano, e un' altra dell'Aron, dove si narra una turpitudine del Lanfranco, con quello che da essa provenne. Lichtenthal esattamente riporta il contenuto dell' opera, come lo stesso Lanfranco lo indica enumerando le quattro parti in che si divide.

Nomi: Lanfranco, Giovanni Maria.   
Editori: Britannico, Ludovico.   
 
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, p. 229  RISM : B/VI, p. 477g          
Antiche collocazioni: 0606, 0322, 508 e 0570 (catalogo Sarti, circa 1840)  
ID: 2035     


LEGENDA  
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