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Collocazione: L.3

Riproduzioni
 Digitale:  Napoli, Conservatorio di Musica  (v. 3)
 Napoli, Conservatorio di Musica  (v. 2)      Microfilm n.: 4513

 Sabbatini F. Luigi Antonio
 Elementi Teorici della Musica colla pratica dei medesimi, in Duetti, e Terzetti a Canone accompagnati dal Basso, ed eseguibili sì a solo, che a più voci, di F. Luigi Antonio Sabbatini de' minori Conventuali de' SS. XII. Apostoli in Roma, ed al presente in quella del Santo in Padova. - In Roma, 1789-90, nella stamperia Pilucchi Cracas, e Giuseppe Rotilj socio - in fol. oblungo. La Parte Prima ha facc. 54. La Seconda facc. 79 e la Terza facc. 61.

Invece di dedicatoria avvi nella seconda carta dell' opera un discorso del Sabbatini al Leggitore che così comincia: « Sembrerà forse strano a taluno, che io discepolo dell' immortale celebratissimo P. Maestro Martini imprenda a trattare di materie pertinenti alla Musica; e quel tanto che, o per mio divertimento composi, o per maggior comodo dei miei scolari sovente scrissi, ardisca darlo alla pubblica luce, e proporlo quasi come esemplare da imitarsi da quei che l'armonica dilettevol arte di Apollo ad insegnare imprendono: e ciò ardisca dopo che del mio gran Maestro nelle più dovute acclamazioni l' universo tutto prorompe; quando che estatico dovrei piuttosto quel detto di Stadio ripetere Da lungi il sieguo e sue vestigia adoro. Ma a fronte ancora di tal validissima opposizione cesserà ciascuno di riconoscere in me o animosità, o forse ancor presunzione, se si farà a rimettere che siccome diversi sono i gradi d' ogni scienza, così diversi, per ispiegarmi, sedili sono e per i compositori, e per i scolari preparati. Certi Genj sublimi, certe Teste da secolo uscirebbero dalla loro sfera se a' più bassi principi il loro ingegno avvilir volessero. Tal fu il profondissimo Martini, di cui ben a ragione dir si può: Natura il feo, e poi ruppe la stampa. I suoi voli son d' aquila; i suoi più minuti pensieri arcani sono astrusissimi: quanto mai à Egli scritto, tutto sembra penetrabile soltanto da' più maturi Maestri. Qual fu nelle Matematiche e Fisiche Scienze l' inimitabile Newtone, tal fu per avventura nella Musica l' inarrivabil Martini. Ma che forse si giugne a questi Cieli si derei senza valicar prima gli spazi tutti planetarj abbisogna il principiante di latte facile a diggerirsi, non di cibo sostanziale che l' opprima. Per i principiati ò io scritto: sul vertice di un estremo riguardo il mio Precettore, collocato da' voti di tutto il mondo nell' opposto confine, che apice considerar si può della Musica perfezione. Ma se mi fosse mai toccato in sorte di conseguire il bramato intento, anche le mie debolezze, mi lusingo, non sarebbon prive del loro merito. Ora brevemente ti esporrò, o Leggitore carissimo, qual sia stato il mio scopo: al tuo giudizio sarà poi rimesso il decidere se almen da lungi il toccai, ecc. » Pregevolissima è quest' opera per la maniera piana con che l' autore vi tratta la teoria, e per l' eguale semplicità e dottrina insieme profusavi nei pratici esempli, che dal principio sin al fine in tutti e tre i volumi sono a Canone. A pag. 68 della Seconda Parte discorre il Sabbatini del Falsetto, e saggiamente quant' altro precettore di canto fra gli antichi e fra i moderni lasciasse mai scritto. Ne piace rapportar qui le sue stesse parole: « Dieci corde si dicono naturali a qualunque voce, perchè ordinariamente tutti i Cantanti giungono ad intuonarle con voce che suol dirsi di petto, e sfogata. Molti giungono ancora ad altre più elevate, ma per lo più dopo la decima incomincia ognuno quelle che si dicono Soprannaturali ossieno di Falsetto: corde che quanto dilettano se vengono ben formate, altrettanto dispiacciono se malamente s' intuonano. Tutto per altro il bello del Falsetto è riposto in quella gradazione che la natura, avendola osservata in ogni sua opera, rendessi dilettevole quando imitata venga dall' arte. La voce naturale, ossia di petto è in tutti piena e forte: quella del Falsetto è esile, e dissimile molto dalla prima; se dunque senz' arte si faccia dall' una all' altra un impensato passaggio, ecco tolta la necessaria continuata gradazione; ed ecco in sequela un cantare contro natura, e disgustoso perciò all' orecchio, che è parte della natura stessa. » Potevasi dir meglio e con sì brevi parole di un articolo sull' arte del canto, dove infiniti scrittoruzzi di metodi hanno accumulate tante assurde e ridicole frivolezze ? Ciò che fa più maraviglia si è che così dettava un Frate, e dell' anno 1789 .

Nomi: Sabbatini, Luigi Antonio: OFMConv.   
Editori: Chracas, Vincenzo Pilucchi e Giuseppe Rotili.   
 
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: I, pp. 252-253  RISM : B/VI, p. 743a          
Antiche collocazioni: 0006 (catalogo Sarti, circa 1840)  
ID: 2153     


LEGENDA  
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