Regole utilissime per li scolari che desiderano imparare a cantare, sopra la pratica della Musica, con la Dichiaratione dei Tempi, Proporzioni & altri accidenti, che ordinariamente s'usono, non solo per imparar à cantarli, ma ancora à segnarli nelle composizioni. Di Antonio Brunelli, maestro di Cappella, & Organista del Duomo di San Miniato. Nuouamente composte, e date in Luce. - In Fiorenza, appresso Volcmar Timan, 1606 - in 4°. Opuscolo di facc. 35, l'ultima delle quali ha la Tavola de' capitoli a tergo. (Trascrivesi qualche squarcio della dedica, e del Discorso a' lettori):
« Illustre et Molto Reverendo Sig. mio Osservandissimo, Il Sig. Valerio Ansaldo Proposto di S. Martino, Canonico della Collegiata di Saminiato, et nella Sacra Teologia Dottore. Havendo io conosciuto per lunga isperienza quanto sia vero il giuditio che è fatto da tutti quelli che conoscono V. S. Illustre et molto Reuerenda, che da lei altro più ardentemente non è stimato nè bramato che la sola virtù, a d' impiegarsi in giouare al prossimo (azzione veramente Angelica) Non m' ha reso perciò punto dubioso nella retribuzione, almeno di memoria di fauori et benefizij singulari da lei riceuuti in questa nobilissima Terra di Saminiato, doue per mio felice destino sono stato recapitato; à chi io douesse inuiare queste mie Regole sopra la pratica musicale se non à quell' istesso, che l' ha solleuate et aiutate, che è V. S., amatore di tutte le virtù Morali, et che in specie di questa scienza della Musica, ha tanta cognizione ... et à V. S. bacio la mano, che N. S. Iddio la conserui felice. Di [manca luogo] il di [manca data] Di V. S. Illustre et Molto Reuerenda Seruitore affezzionatissimo ANTONIO BRUNELLI. » « Alli Virtuosi, et benigni Lettori. ... Hora io non sarò tanto arrogante, nè in-gannato da me stesso, che io presumma nella scienza della Musica arriuar di gran lunga alla perfezione di tanti celebri huomini della nostra età in questa professione singularissimi, de quali io mi contenterei per molto tempo essere scolare; Ma hauendo scorso solo per imparare molte Scuole, e per principio Roma con molte altre Città, non solo ho visto et sentito molti Cantori, ma Maestri propri, che per non esser Compositori insegnano cantare più per vna certa pratica, che per scienza, ò Regole trouate da nostri maggiori; come se si potesse fabricare vn Palazzo senza fondamento, ouero portare habiti a dosso, se prima col taglio, e poi col cucito non se li da la sua forma, si che non è perciò merauiglia se ben tosto in alcuni questa virtù vada in obliuione, o che del tutto si perda, come la non sia frequentata; e dirò anco più che non tanto queste Regole non s' insegnano, ma che via più si digredisce hoggi da quel concerto, dolcezza musicale, o melodia, che ordinariamente suol far la Musica, e che si vede esser stato trouato da nostri Antichi si, che il Contrapunto non è osseruato; in dubbio se questa nuoua maniera di comporre si conseruerà lungo tempo. Tuttavia io non intendo parlare di questo, ne meno del Contrapunto ... solo di questo per hora mi satisfarò, che accettiate gratamente questo ordine di Regole da mettere auanti alli Principianti, et Cantori così distinte, accioche ... possino con facilità cantare, et conseruarsi in loro questa virtù ... tali Regole haueuo fatte solo per me stesso, et mia scolari; ma persuaso da amici et Padroni miei a darle fuori per giouamento d' altri, mi son lassato a questo persuadere con animo vi habbino da esser grate, et Viuete felici. » Tavola dei Capitoli. « Della mano capitolo Primo. - Delle chiaui, cap. secondo. - Delle mutationi cap. terzo. - Delle figure cap. quarto - Delle pause cap. quinto. - Del punto cap. sesto. - Della sincopa cap. settimo. - Delle legature cap. ottauo. - Dei tempi cap. nono. - Del tempo maggiore imperfetto cap. decimo. - Del tempo minore imperfetto cap. vndecimo. - Del tempo maggiore perfetto cap. dodicesimo. - Del tempo minore perfetto cap. tredicesimo. - De tempi a rouescio cap. quattordicesimo. - De numeri cap. quindicesimo. - Delle proportioni sesquialtere emiolie, et meliola cap. sedicesimo. - Della proportione maggiore cap. diciassettesimo. - Della sesquialtera maggiore cap. diciassettesimo. - Della proportione minore cap. diciottesimo. - Della sesquialtera minore cap. dicianouesimo. - Dell' emiolia maggiore cap. 20.° - Dell' emiolia minore cap. 21.° - Della meliola cap. 22.° - Delle prolationi cap. 23.° - Canoni e Contrapunti. » I Capitoli della sovrapposta Tavola non tutti corrispondono a quelli che sono per entro il libro. Lo scambio peraltro non toglie che non sieno in tutto ventitre. Le considerazioni che possono desumersi da quanto si è disopra trascritto, sono: 1.° Che il Brunelli non era Samminiatese, sebbene dallo stile potesse ritenersi Toscano. 2.° Che per imparare avea percorse molto città, e Roma specialmente. 3.° Che al suo tempo andava declinando il retto insegnamento del canto, tantochè i maestri medesimi eran digiuni di quelle regole che avrien dovuto tramandare ai loro discepoli. Nel che però l'autore si palesa un po' troppo tenero degli antichi sistemi, trascorrendo a biasimare le innovazioni allora introdotte nei componimenti, e forse tacitamente alludendo a quelle tentate per la prima volta dal Monteverde. 4.° Che l' operetta presente erasi dal Brunelli compilata per giovamento de' principianti cantori; e quindi possiam riguardarla come uno de' primi metodi di canto dati al pubblico, sebbene assai imperfetto, e manchevole delle peculiari norme che a tal arte si riferiscono. 5.° Che l' autore professava l' insegnamento del Canto, dicendo egli stesso d' aver fatta quest'opera per li suoi scolari. Era dunque il Brunelli Maestro di Cappella, Organista, e precettor di canto.
|