Salmi di Davit Profeta con tre Magnificat, et altri componimenti A Cinque, Sei, & Otto Voci. composti dal S. Horatio Faà Gentilhuomo di Casale di Monferrato, & dati in Luce per il Reuer. M. Gio: Andrea Botta canonico & Maestro di Capella della Catedrale di detta Citta Nouamente stampati. - In Venetia Apresso li Figliuoli di Antonio Gardano. 1573. - in 4° oblungo. Cantus, Tenor, Altus, Bassus, et Quintus. In tutto opuscoli cinque. (Fra le tante dedicatorie che si leggono in queste schede, la presente del Botta è una delle più amene ed istruttive. Eccola per intero):
All' Ilustrissimo et Eccell.mo Sig. et Osservandiss. Il Sig.r Guglielmo Gonzaga, Duca di Mantova, & Marchese di Monferrato. Se non è vero, che Anfione, & Orfeo mouessero con la dolcezza della Musica non che gli uomini, ma le fiere, le selue & i sassi; egli è almen uero, che le diuine lodi cantate con melodia ne i sacri chori hanno maravigliosa forma di risuegliar l' humane menti alla religione. A questo effetto mi fù dato il carico quando io a seruire di Canonico in questa Catedral Chiesa, di procurare, che si come ella havea per l'ingiurie de tempi quasi perduto lo spirito della musica, così per mio mezo si ricuperasse, & risorgesse al mio primiero honore; nel che io non uoglio già dire s' io habbia fatto alcuno frutto, ma so bene di non hauer perdonato à me stesso per fatica, e disagio che mi sia conuenuto sopportare. Et per che alla grandezza di questa impresa non bastavano le mie deboli forze mi sono anco ingegnato d' hauer in mio aiuto le fatiche, et l' opere altrui; Onde ricorrendomi al Signor Horatio Faà Gentilhuomo di questa Città, nella cui honorata casa concorrono molto uirtuosi à ricrearsi l' animo dell' armonia delle sue pellegrine compositioni, lo pregai, che sottrahendo qualche hora del giorno da suoi ordinarjj studi della Musica, s' acconciasse à comporre vn Vespro, per honorar questa Chiesa; Ma mostrandosi egli sordo à miei prieghi, & hauendomi leuata la speranza di compiacermi, Ecco venire indi à pochi giorni in casa mia un suo seruitore, il quale riempiendomi d'inaspettata allegrezza, mi presentò in nome di lui il già negato componimento. Hora di questa piaceuole beffa, ho pensato di risentirmi, & di rendergli il cambio, perchè doue egli si crede tuttauia che il suo Vespro sia scritto à mano, & cantato solamente nel Choro di questa chiesa, s'accorgerà tosto ch'egli è caduto nelle mani di V. Ecc. & che ne uanno attorno i centinaia di volumi in stampa per esser cantati in tutte le Chiese de Christiani. Era se non m' inganno cosa disdicevole il tener sepolto questo bel tesoro, onde non posso credere che di questa mia uendetta, io non habbia ad aspettar lode dal mondo & perdono dall' autore, il quale non potrà già dire ch' io gli abbia fatto pocho honore, & ch' io non habbia saputo legare una preciosa gemme in fino, & lucid' oro, poscia che l'ho consecrata al grande, & immortal nome di V. Ecc. la quale hauendo presso l' alte sue eccellenti uirtù, contezza della Muìsica, & essendo come Prencipe deuoto, & catholico, particolarmente inclinato à questi concenti co' i quali si viene à magnificar la gloria di Dio, mi hà con ragione inuitato a farlene dono. Piaccia à V. Ecc. d'accettar benignamente queste poche carte, & pigliandole in protettione farmi degno della sua felicissima gratia, alla quale humilmente mi raccomando. Di Vostra Eccellenza Illustriss. Deuotissimo seruitore GIO. ANDREA BOTTA. {Fu ristampata quest'opera in Brescia da Tomaso Bozzola nel 1587, coll'aggiunta di tre Salmi d'Antonio Mortaro}
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