Salmi a Quattro Voci a Cappella da cantarsi ne' vespri dell'Anno con un Coro separato di Cinque stromenti di Antonio Gianettini Maestro di Cappella del Serenissimo Signor Duca di Modona, dedicati alla Sacra Cesarea Real Maestà dell'Imperatrice Amalia. - In Venezia, 1717. Appresso Antonio Bortoli. Per opera di Fortuniano Rosati. - in 4.° Canto, Alto, Tenore, Basso, Primo Violino, Secondo Violino, Alto Viola, Tenore Viola, Violoncello o Contrabasso, e Organo. In tutto opuscoli dieci di bella esecuzione tipografica. (Ecco la dedicatoria e l'avviso al lettore):
Sacra Cesarea Real Maestà. Prima d' esporre agli occhi del Mondo questi miei componimenti di Musica, ardisco di porli a' piedi dell'Augustissima Maestà Vostra, alla quale per altro so non potersi presentare, benchè in atto della più profonda umiliazione, cosa cotanto tenue senza qualche taccia di temerità. Non è però ch' io ne presuma quel Patrocinio altissimo, che pure imploro, perchè io confidi, o nel debole mio talento, o in quella stessa sorte, che in altri tempi tanto felicemente incontrai nel conseguir l' aggradimento clementissimo della medesima, cui non spiacquero allora gli atti continuati dell' avventurosa mia servitù; ma tutta la mia fiducia s' appoggia sù la materia, che essendo Sacra, non può in conseguenza non essere accetta alla pietà segnalatissima di Vostra Maestà. Rende finalmente vie più animosa la mia speranza il riflettere, che la materia appunto di quest' Opera fù prima lavoro della penna d' un Santo Monarca, che ne fece spiccar la melodia su la sua Profetica Cetra. Deposito adunque senza titubanza veruna a' piè del Trono dell' augustissima Maesta' vostra ciò che composto, e cantato tanti secoli sono dal più Santo di tutti i Re, a gloria del Rè di tutti i Regi, viene ora debolmente adorno dalle mie note musicali all' uso divoto de Templi nostri, sapendo, che nobilitata in tal guisa, mercè l' altrui riguardo l' Opera mia possa io con minor rossore avanzarmi, come faccio, a consecrarla alla Maestà Vostra, alla quale umilmente prostrandomi profondissimamente m' inchino. Della Sac. Ces. Real Maestà Vostra Umilissimo, Ossequosissimo, Riverentissimo Servitore ANTONIO GIANETTlNI. DISCRETO LETTORE Questi Salmi, che ti presento, sono stati da me composti in Musica per servizio della Serenissima Ducal Cappella di Modona, dove da molti anni in quà godo il fortunato onore di servire; e perchè molti miei Professori Amici mi hanno fatto credere, che non potriano esser male accolti mettendoli alla Stampa, mi son lasciato lusingar di farlo. con l' unica speranza del tuo gentil compatimento, di che vivamente ti prego. Stimo intanto necessario avvisarti, che l' intenzione mia è stata, ed è che siano cantati con l' accompagnamento di cinque stromenti, come da me sono stati composti; tuttavolta, chi non ha il comodo, potrà cantarli senza ancora, che scemeranno, non v' ha dubbio, di vaghezza, ma niente della loro necessaria armonia, e massime con parti raddoppiate, che tale saria l' intenzione, e l' antico bisogno, per ricavarne quell' ottimo effetto, che si desidera. Il tempo con cui li vorrei regolati, sarà più sollecito, che tardo, ma però sollecitudine discreta, non precipitosa. Il Dixit e Laudate dominum omnes gentes, hanno cadauno d' essi un piccolo Preludio di Sinfonia, percio t' avverto, che cantandoli senza stromenti, principierai al segno, che in essi due salmi si è fatto, acciò non naschino confusioni, e ne quali per tal cagione le parti tutte canteranno in ua tempo stesso. Il Musico provetto, non troverà in questi miei salmi alcuna difficoltà nel cantarli, perchè non v' è passo, che non sia naturale, e cantabile; il principiante poi, in qualche luogo può essere che ne incontri qualch'una, ma facile da superarsi con ogni poco d' anticipato studio, mentre la penna non ha potuto trattenersi in tutto da qualche piccolo sfogo. Per il resto se in essi Salmi raddoppierai Parti, e Stromenti, può essere che tu senta un armonia, che non ti dispiaccia, in qualunque modo però, gradisci la volontà mia, che ottima è stata in me di ben servirti; dona compatimento a ciò che trovi di debole con la considerazione che maggiore non sia stato il mio talento, e vivi per sempre felice. Il Gianettini era veneziano, secondo che asserisce il Tiraboschi nella Bibl. Mod. tom. 6, pag. 586. pare che fosse nella sua gioventù al servizio dell'Imperatrice Amalia, seppure così può interpretarsi un passo della dedicatoria.
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