Concerti Ecclesiastici à una, due, tre, quattro voci. Con doi a cinque, et uno a otto. Messa e doi Magnificat, & Falsi Bordoni à 4. & sei sonate, per Instromenti à due, tre e quatro. Di Gio. Paolo Cima, Organista della Gloriosa Madonna presso S. Celso di Milano. Novamente dati in luce. Con la partitura per l'Organo. - In Milano, per gl'heredi di Simon Tini, & Filippo Lomazzo. 1610. - in 4°. Canto, Tenore, Alto, Basso, e Partitura. (A tergo del frontespizio vedesi la seguente dedicatoria di Filippo Lomazzi):
Al Molt. Illust. Sig. e Padrone mio Collendissimo Il Sign. Ottavio Valera. Sono tanto care, e bramate l' opere del Sig.r Paolo Cima, per la bontade, & leggiadra loro, secondo la commune opinione de gl' intendenti, che spinto dall' innato desiderio mio di giovare à tutti, mi vado tutta via forzando d' hauerne alcuna (se bene con difficoltà grandissima, per la molta modestia d' esso Sig.r Cima, che si poco le reputa) per comunicarla al mondo co 'l mezzo della mia stampa. Et in particolare ho procurato con ogni diligenza d' hauere questi Concerti Ecclesiastici, tanto graditi mentre erano cantati, & da lui suonati, ch'ogni vno bramata d'auerne copia. Mi restaua solo di trouare persona alla quale conueneuolmente dedicargli potessi: Et ecco, che subito mi si presentò V. S. M. Illustriss. tanto affettionata alla Musica, & intendente di essa, che in Casa riceue, & accarezza tutti gli Virtuosi di questa professione, et ci tiene non solo d'ognj sorte d'Instromenti; ma de' migliori, che possino ritrouarsi; quali sa anche molto bene adoperare, come ho inteso più volte da diuersi. A lei dunque presento io questi Concertini. come à quella che conoscerà benissimo il valore d' essi, et gli gratiosi, & affettuosi mouimenti, che con tanto artificio posti vi sono; che percio dirà, che à lodarli non sono tanto constretto dall' affetto, quanto dall' effetto, anzi che non arriuo alli meriti luro, e dell' autore. Gradiscali V. S. M. Illust. con la solita benignità sua, & come cose di così Eccellente Autore, & come da me donate, che desidero d'esserle seruitore che per tale con ogni affetto, e riuerenza, me le dedico. Di Milano alli 26.di ottobre 1610. Di V. S. M. Illustr. Diuotiss. Seruitore FILIPPO LOMAZZI. Nell' ultima carta dell' opera trovasi ancora il seguente discorso: L' AUTORE ALLI BENIGNI LETTORI Pregovi Gentilissimi Signori, che per vostro diletto vorrete cantare questi miei ConCertini (il che sia detto solo per mia sodisfattione, non perch'io pretenda d' insegnare ad alcuno) mi facciate gratia di cantarli come stanno, con quello maggiore affetto, che sia possibile. Et se pure alli leggiadri cantanti piacesse d' accrescerli qualche cosa; per cortesia lo faccino solo negli accenti, e trilli. Mi fauoriranno anco li valenti Organisti quando soneranno questi miei (solo con Basso, & Soprano) accompagnarli con le parti di mezo con quella maggior diligenza che sia possibile, perchè gli accompagnamenti grati fan grato il Canto. Et scuoprendo passi alquanto licentiosi, considerino le parole, ouero l' affetto della Musica, che troueranno esser fatto ogni cosa con sano giuditio. Et benchè nel Partito in molti luoghi ci siano le gratie, come stanno nelle parti; L'ho fatto acciò si vegga lo stile; oltreche anco è di molto agiuto al Cantore suonargli taluolta l'ornamento. Ma per lo più giudicarei essere bene, toccare solo il fermo, rimettendomi però del tutto al perfettissimo giudicio loro, cui quale stimando degna di luce questa opera mia. ne sia data ogni lode solo all'Altissima Maestà di Dio, liberalissimo Donatore di tutte le gratie. Viuete felici. Si è trascritta la dedicatoria e quest' avvertimento, parendo l' una e l' altro di qualche importanza su diversi rapporti. Il Picinelli fa un bell' encomio di quest' autore a car. 315 del suo Ateneo, e a car. 31 di suo fratello Andrea Cima, del quale sono inserite sei composizioni nell' opera presente alle pagine 19, 20, 35, 36, 53 e 62 della parte dei Soprano. Alcuni di questi concerti sono dedicati a diversi celebri musici di quel tempo, e fra gli altri a Francesco Lucino. Sul fine trovansi alcune sonate per Cornetto o Violino, e Trombone o Violone. E' tanto più preziosa quest' opera in quanto che è corredata della Partitura, sì che con essa sola può dirsi completo il libro, e ne toglie il disagio di mettere in ispartito le parti come occorrerebbe in migliaia d' opere qualora si volessero esaminare. Camillo Angleria sottopose alla revisione del Cima la sua Regola di Contraponto impressa in Milano l'anno 1622; ed oltre l'avergli dedicata l'opera, fece in più luoghi di essa magnifici elogi alla valentia del Cima, specialmente a pag. 83 e 84, dove fa le meraviglie della sua sorprendente maniera di sonare, anche trasportando in tuoni difficili ogni composizione. Veggansi le stesse parole dell' Angleria, nel suo libro, leggendovisi ancora il titolo di varie opere date alle stampe da Gio. Paolo, e l' inscrizione d' un suo artifizioso Canone inserito a pag. 118 e seguenti con altri quattro o cinque nel medesimo libro dell' Angleria. Un pater noster a cinque voci di Gio. Paolo Cima trovasi nella Parte Estiva dell'opera di Giulio Cesare Gabussi e Vincenzo Pellegrini intitolata: Pontificalia Ambrosianae Ecclesiae od vesperas ecc. Mediolani, 1619, in fol. mass.
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