Di Giovanthom. Cimello Libro Primo de Canti a quatro Voci Sopra Madriali & altre Rime Con li Nomi delli loro authori uolgari & con le Piu necessarie oeseruanze instromentali e più conueneuoli auuertenze De toni acciò si possano anchora Sonare, e Cantare insieme. - In Venetia appresso di Antonio Gardane. 1548. - in 4° obl. Cantus, Tenor, Altus, Bassus. In tutto opuscoli quattro. (La seconda carta e il retto della terza hanno quanto segue):
All' Illutriss. et Escellentiss. S. Fabritio Colonna Giouanthom. Cimello. Il pinger Alessandro fu uetato A tutte altrui, fuor ch' à le man d'Apelle O degnissimo anchor qual ei di quelle E degno poi 'l ritratto d' odor grato Cosi com' hor concesso al più lodato Sol sia il cantar de le proli alte e belle E le lode di uoi gionte a le stelle Tacerolle io non à tal sorte nato E diro sol ch'appena odito 'l sono Del nome uostro, ui fui seruo humile Ond' hor de canti ui fo un picciol dono Qual prego ch' aggradir non ui sia uile Per che le gratie nostre, Signor bono Mi dian poi forza in ogni canto e stile. Eiusdem cimelli tetrastichon ad eundem Fabricium Column. Cai fabricij similem te non negat hostis, Illum ego uel similem credo fuisse tibi. Cum illi par non inuideas, te laudibus illi, Illum praeponam temporibusque tibi. Eiusdem cimelli carmen Ad Eundem Fabricium et Marcum Ant. Fratres & suorum nominum secundos Columnios Heroes, Ex matre D. Joanna Araconia Regia Nepte. O quibus est genus atque insigne ex Hercule & aptum Cognomen, latii perpetuuin columen, O non degeneres, qui nomine, & ore refertis Fulmina iam belli, Patruum Auumque, duo. Laudibus accensi quorum maiora geretis: Conueniet uobis unde coruna duplex, Quod Roma profugi uos fato patris, & ille Exul sit passus damna pericla dolos, Excelso in fractoque animo tot ut ille feratis Casus, Romanum est uincere, & illa pati. Quae nunquam cecidit, nunqua_ cadet alta Columna Sed stabit semper, flet & alta magis. Maiores uestri succurrant ordine uobis Precipue Alcides, quem memorare iuuat Impulit hunc magnos Juno tot adire labores, Venturi uoluit prescius idque Pater. Et seruaturus Gentes, errauit, & illas Seruauit fortis, sustinuitque polos. Denique se in terris ita gessit, ut inde deorum Magno habitus numero sit, mereatque coli. Sic nos magnanimos ambos contemplor, & ambo Aeque eritis clari militiae atque domi. O mirum fratres Victores, lege regetis Concordes, armis, consilioque pares. Moestitiam ut possint populi deponere uestri. Interea laeti uiuite & incolumes. Poniamo qui appresso ciò ch' è stampato in capo ai singoli madrigali: N. 1. Commiato di Canzone della S. Vittoria Colonna Marchesa di Pescara - Canzon tra uiui qui fuor di speranza; N. 2. Madriale di don Alfonso daualo Marchese del Vasto - Anchor che la partita; N. 3. Madriale ancho del cimello per la comedia delli sereni Academici Napoletani - Veni giocosa & florida Thalia; N. 4. Rime di Pietro Bembo Cardinale - Di uoi gia non mi doglio; N. 5. Versi del Primo triompho del Petrarca - Quest' è colui; N. 6. Stanza di Lodouico Ariosto - Gia in ogni parte gli animanti lassi, dauan riposo a i trauagliati spirti; N. 7. Commiato di Canzone del Petrarca - Fuggì' 'l sereno e 'l verde; N. 8. Versi di sestina del Petrarca - Prima ch' io torni a uoi; N. 9. Madriale di fortunio spira - Non è, lasso, martire; N. 10. Madrigale di Fabio Ottinello - Oime ardenti sospiri; N. 11. Madriale di Mattheo Ricoueri - Madonna io mi distruggo; N. 12. Rime di Pietro Bembo Cardinale - Lasso ch'io fuggo; N. 13. Vedi del primo triompho del Petrarca - Pensier in grembo; N. 14. Stanza di Vicenzo Bel Prato conte d'auersa d' apruzzo - Sa ben ch'io l' amo; N. 15. Madriale di don Alfonso Daualo Marchese del Vasto - Non offende più' morte; N. 16. Versi di sestina di Giacobo Sannazaro - Come notturno uccel; N. 17. Versi di sonetto del Petrarca - Ma noi che mai pieta non discolora; N. 18; Versi di sonetto del Petrarca - Oime lasso e quando fia quel giorno; N. 19. Commiato di canzone di Luca Contile - Dal pelago di pianto; N. 20. Materiale di Giovan Vicenzo Bel Prato Conte d'auersa - Piangete occhi dolenti; N. 21 Stanza fatta de uersi del Petrarca - Quanto ueggio m' e noia; N. 22. Commiato di canzone di Luca Contile - Canzon se dimostrarli; N. 23. Madriale di Francesco Corsinio - Tu sei cupido; N. 24. Stanza ancho del Cimello per Lelio suo figlio - Figliol mio troppo nanti 'l di tuo spento; N. 25. Madriale fatto delli principij delli canti e madriali del primo libro de diuersi autori - Chi uolesse saper che cosa e Amore; N. 26. Stanza fatta de uersi del Petrarca & si canta prima con le pause e poi senza pause fuor che li sospiretti - Mirate qual amor fa di me stratio; N. 27. Versi di sonetto del Petrarca per lo nouo segno del tempo imperfetto raddoppiato. che fa la proportione subdupla, e si canta una minima per botta intera. - Hor son qui lasso e uoglio esser altroue; N. 28. Madriale di Mattheo Colle - Se 'l tacer ne l' assenza; N. 29.Versi di sonetto del Petrarca per detto segno - Piangea Madonna; N. 30. Canzon francese - Jesu mo_ dieu en qui je croy. Si è fatta una così minuta descrizione di quest' opera non tanto per la sua rarità, quanto perchè da essa impariamo più cose. 1. Che il Cimello era poeta (sebbene assai mediocre) di cose volgari e latine. 2. Che avendo posto in musica un madrigale per la comedia de' Sereni Accademici napoletani, ciò dà a credere che pur egli fosse napolitano. 3. Apprendiamo aver desso fatta la musica a una stanza dell'Ariosto e a varie poesie del Petrarca, del Bembo, del Sannazaro, del Contile, ecc. 4. Ricavasi ancora che ebbe un figlio che gli fu rapito da immatura morte, e che esso accostavasi alla vecchiezza. 5. Pare inoltre che il segno del Tempo C. da noi detto ordinario fosse con nuova maniera praticato al tempo del Cimello. Furon discepoli del Cimello Gio. Giacomo Lucari, il Giglio napoletano e il P. Orazio da Caposele, secondochè egli stesso fa palese a car. 8 della sua Pratica di Canto Piano, dove ancora qualifica il suo precettore per dottissimo ed eccellentissimo musico. Nella dedicatoria delle messe e mottetti a otto voci di Giulio Belli, Libro Primo ( Venezia, Amadino 1595), così scrivea il Belli al P. Filippo Gesualdo Min. Conv. Generale dell' Ordine; «Quippe quem scias musicam hanc cognitionem & vsum Neapoli accepisse à D. Cimelo, viro in omnibus ingenuis artibus praestantissimo». Un'Alma redemptoris mater del Cimello a 4 voci è impressa a pag. 31 dei mottetti di Gio. Giacomo Lucario stampati da Antonio Gardano in Venezia l' anno 1547 {vedi scanzia S.368}.
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