I Finti Amori Musica a cinque voci del R. M. Filippo Nicoletti Ferrarese, nouamente posti in luce. Opera Seconda. - In Venetia Appresso Giacomo Vincenzi, e Ricciardo Amadino compagni. 1585. - in 4°. Il solo Basso. (A tergo del frontespizio così si legge):
All' Illustrissimo Signor Catarin Zeno, dignissimo Podestà, e Capitano di Rouigo, e Proueditor di tutto il Polesine. Se le nobili arti, scientie, e virtudi non fossero sempre state abbracciate, fauorite, et honorate di tempo in tempo da gran Prencipi, e signori, senza dubio Illustrissimo Signor, non sarebbono morte; ma essendo sempre state inspirate dal Diuin fauore de Signori virtuosi, come da gli Alessandri, da gli Augusti, da i Luculli, da i Scipioni, felicemente son vissute, et eternamente viueranno, non essendo mai per mancar loro, si come anco al presente non mancano fautori e protettori che con somma generosità d' animo le guardano e difendono; frà quali nessuno è che non sappia V. S. Illustrissima esser principalissima ne' tempi nostri; Perche in tutti gli Illustri maneggi ch' ella ha hauuti e nella Patria e fuori si è dimostrata tanto protettrice de gli Amatori della virtù che hà suegliato più d' una penna, e più d' una Musa à celebrare, e à cantare le innumerabili, e singolari virtù dell' animo suo. Dal che io son stato inuitato à cercar di nobilitar questo mio debil parto, fregiandolo del gloriosissimo nome di V. S. Illustrissima. Maggior certo non poteua io trouare; perciò che se si guarda allo splendor, che da gli Illustrissimi suoi progenitori hà riceuuto Venetia per gli loro inuitti, e generosi gesti in pace et in guerra, al magnanimo valore, alla incontaminata giustizia, con cui condisse le singulari et heroiche sue virtù, non si può trouar persona, che à V. S. Illustrissima superior tener si possa. Degnisi adunque prender in dono questa mia fatica, non riguardando à i meriti suoi; perche se si hauesse à considerare le diuinissime virtù che in lei à guisa di stelle nell' ampio cielo ri lucono, certo non si trouarebbe mai cosi precioso dono che degnamente le conuenisse; Ma sapendo io che le persone singulari e rare cercando di rassomigliarsi à Dio per quanto possono, fanno più conto dell'animo de' donatori, che de gli stessi doni, spero ch'essa haurà più rispetto à quel ch' io posso et à quel ch' io vorrei, che à questo mio picciol dono. L'accetti dunque con lieta e benigna fronte, e mi tenghi nel numero de suoi deuotissimi seruitori. Humilmente le bacio le mani, e da N. S. le prego perpetua felicità. Di Venetia il primo di Luio 1585. Di V. S. Illustrissima Deuotissimo Seruitore FILIPPO NICOLETTI. Ad ogni Madrigale è apposto il nome dell'autor della Poesia. Il Nicoletti è menzionato da Gio. Briccio nel suo opuscolo De' Canoni Enigmatici, Roma, Masotti 1638, a car. 4, così dicendo: « Ma de Canoni Enigmatici benche ne habbia intesi molti de diuersi et in particolare alcuni bellissimi dei Sig. Filippo Nicoletti, non ho però visti in stampa saluo alcuni... ».
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