Del Signor Tomaso Pecci Madrigali A Cinque Voci. Libro Secondo. In Venetia, Appresso l'Herede di Angelo Gardano. 1612. - in 4°. Canto, Tenore, Alto, Basso e Quinto. In tutto opuscoli cinque. (Eccone la dedicatoria):
All' Illustrissimo ed Eccellentissimo Principe Il Signor Don Francesco Medici. Questi Componimenti di Musica di Tommaso mio figliuolo per esser nati nel Principato del Gran Ferdinando Padre Serenissimo di V. E. e per esser'ella oramai diuenuta una perfettissima armonia d' ogni più pregiata virtù con molta ragione portano in fronte il chiarissimo nome di lei alla cui protezzione non haurei ardito di raccomandarli se non hauessero hauuta (si come si dice) l' ultima mano dell'Autore e se non hauessi saputo da molti amici miei, che quell'opere stampate in vita di lui, si sotto 'l nome d'Inuaghito, come sotto 'l suo proprio, erano state riceuute da gli intendenti con laude non ordinaria. Ora Eccellentissimo Principe, se si compiacerà di pregiar queste, accogliendole non meno che le cose rare, so che saranno riceuute con applauso generale. Gradisca perciò l'effetto, e scusi il desiderio, il quale non ha riguardo di metter' a pericolo il parto dell' ingegno d' vn Figliuolo per assicurar quello della volontà d' un Padre, onde spero d' esser laudato dell' intenzione, e non accusato da V. E. dell' ardimento, merce della natural benignità sua che è tale, quale già si vede lo splendore della felicità del suo ingegno, e del l' altre sue pellegrine qualità, che la douranno ben prestamente metter' in possesso d' immortal gloria, dalla quale prenderanno uita queste composizioni, e tanto varranno per merito, quanto sarà loro da V. E. conceduto di fauore. N. S. le doni ogni perfezzione di prosperità e di grazie, e le fo vmilissima riuerenza. Di Siena il dì 1. Febraro 1612. Di V. S. Illustrissima ed Eccellentissima Vmilissimo e deuotissimo seruitore ERMONIDE PECCI. Ricaviamo da questa dedicatoria che Tommaso Pecci era già morto prima dell'anno 1612, e che Ermonide suo padre si mosse a pubblicar questa di lui opera postuma pel plauso che avean riscosse altre composizioni del figlio e per la fama di valentia che godeva il giovane defunto. Il Banchieri nelle sue Conclusioni nel suono del l'Organo parlando a pag. 59 di quei compositori che si andavano emancipando dall'antica maniera, così scrisse del Pecci: «Laonde se la parola ricerca dolore, passione, sospiri, interrogativo errore, ò altro tale accidente, tali parole debbono essere vestite con equivalente armonia... Et se bene l' intelligente compositore moderno (sapienti pauca) alle fiate sparsamente per le cantilene esce di tuono et usa cadenze peregrine non si deue però atribuirgli ch'egli dia un colpo al cerchio, et l'altro alla botte et ciò sia fatto senza consideratione; ma sì bene venghi praticato industremente, si come hà praticato Tomaso Pecci nel decimo Madrigale à cinque voci, che comincia O come sei gentile caro augellino il quale canta per B quadro; et gionto Ma in questo è differente La mia sorte dolente compone differente stile per b. molle ri cercando così le parole ».
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