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Collocazione: BB.194

Riproduzioni
 Digitale:  Museo internazionale e biblioteca della musica 
      Fotocopia: FC.BB.194      Microfilm n.: 2748

 Puliaschi Gio. Domenico e Anerio Gio. Francesco
 Musiche varie a una voce con il suo Basso continuo per sonare di Gio. Domenico Puliaschi con alcuni Mottetti posti in Musica dal Signor Gio. Francesco Anerio. - In Roma, Appresso Bartolomeo Zannetti. 1618. in fol. Partitura di pag. 55. (Qui appresso trascriviamo la dedicatoria e il discorso dell'autore posto in fine dell'opera).

All' Illustrissimo, e Reuerendissimo Signore et Padrone mio Colendissimo il Signor Cardinale Borghese.
Quei componimenti di musica da me fatti, solo per le poche hore di ricreatione, rade volte permesse a V. S. Illustrissima e Reuerendissima dalle sue continue grauissime occupationi; essendo stimate dal Signor Gio. Francesco Anerio (persuaso più dall' amor suo verso me, che dal merito loro) non indegni delle pubbliche orecchie; già gli ha honorati con me stesso facendoli vscir fuori con titolo di Gemma Musicale. Nella cui editione essendo, per mancamento di chi gli ha stampati, scorse molte scorrettioni, sono stato costretto, per saluar non meno il giuditio di tant' huomo che la propria mia riputatione, di restituirli con l'emendatione all'esser loro di prima. E sì come non per altro io le composi che singolarmente per seruir A V. S. Illustrissima, uon essendomi giamai caduto in pensiero di esporre questi, ne altre mie fatiche nel Teatro del mondo: così parmi douerli hora appoggiare alla sua gran protettione, stimando felice mancamento quello dalla stampa, per la necessaria occasione portami di soddisfar in parte all' obligo infinito della mia humilissima servitù co 'l dedicargliele. Mi assicura la sua omparabil humanità, oltre allo scusar il souerchio ardire, che non sarà, in ciò loro men liberale della sua gratia, che sia stata benigna nel fauorimi, vdendoli da me più volte cantare; e che gradirà, particolarmente in essi l' animo diuotissimo dell' autore: come con ogni riuerente affetto supplico V. S. Illustrissima, e Reuerendissima pregandole da Dio perpetua prosperità.
Di Roma il di primo di Giugno 1618.
Di V. S. Illustrissima, e Reuerendissima Humilissimo e obligatissimo seruo GIO. DOMENICO PULIASCHI.
« L' AUTORE AI LETTORI.
Benigni Lettori io sò che non apportarà marauiglia à chi hà sentito cantar da me alcuna di queste mie opere, il ueder che tocchino tante corde di Basso e di Tenore, hora sfuggendo, hora fermando la voce in tutti quelli passi che nell'opera si trouano, hauendumi ll Signore Iddio aggratiato di tal voce e dispositione: però se alcun virtuoso non mi hauendo sentito desiderasse saper il modo con che le canto, ancor che sia difficile rappresentarlo in parole per cagione che molti motiui di voce meglio si comprendono in sentirli portare, che in raccontarli; con tutto ciò, per soddisfare a chi hauesse simil desiderio, non restarò in dire alcuni auuertimenti particolari con i quali ciascuno potrà trouandosi la uoce atta, con l'esercitio venir in tal perfettione, che queste istesse opere le potrà far sentire, non solo nel modo ch' io stesso le canto, ma anco meglio, essendo facile nelle cose già inuentate l'accrescere. Hora per dar principio dirò; che oltre l' vsar diuerso tempo di battuta tra l' arie graui, et allegre, come anco in alcuni passi stringerla et allentarla; et metter, e regger la voce, e recitar cantando, che esprima la parola et il senso e l' affetto secondo il proposito, et al suo tempo l' ardire, et allegrezza del cantare; et il piano e forte in modo che la voce non perda la dolcezza; et il portar de passaggi hora col suo andar corrente, et con li trilli che spicchino vivaci; et hora col punteggiare la prima nota, hor la seconda si come richiede il passo, et oltre l' altri effetti che sogliono fare li legiadri cantanti, soglio accompagnar la mia voce con diuersa maniera di consonanze quando più piene, e quando più vote secondo il passo; et in particolare quando la parte ch' io canto discende sotto il Basso da sonare mi seruo di poche consonanze, e quelle che più accompagnano quel passo: nè sempre mi seruo delle consonanze; poiche come ogn' vno potrà da se stesso vedere nell'opera, in alcuni passi stimo assai il far gustar à chi sente le dissonanze portate con la voce in modo che non offendino aspramente l' orecchio, adoprando vna somi glianza d' andar sincopato che le da gratia, che faccino effetto, come ogn' vno che m' ha più volte vdito, sa benissimo; il che quanto sia vero lo lascierò dire à chi è amico della verità: onde hauendo visto per esperienza quanto diletto habbino dato à chi sente alcuni passi fatti contra le regole del contrapunto, per questo non mi son legato in queste mie opere a tali regole; mà solo ho osseruato il leggiadro cantare, e il far concludere vn passo con gratia, ancorche camini di b molle in b quadro, ò per il contrario; nè ho stimato di guastar un passo per causa di due quinte, ò due ottaue, non essendo necessario in questo; seruendomi del Basso da sonare solo per accompagnamento della voce; il che quando si canta il semplice Basso tanto, vengono ad esser tutti vnisoni, e per tal ragione alcune poche volte non mi son curato neanco delle doi quinte in questa simil compositione: E se bene potrei addurre essempio di autore che hà dato in luce opere à più voci da cantare con organo, dove si vede che due quinte, e due ottaue, e due vnisoni par che li voglia porre in vso haueudoli vsati più volte, come anco nell' andar in su il Basso et Contralto battere insieme in settima, con tutto ciò non voglio seruirme di tal' esempio perche non lo giudico ben fatto: la causa che m' ha mosso a dar in luce così quest' opera, gia nella dedicatoria si è detto à bastanza: questi pochi auuertimenti che hò detti mi è parso di dirli solo per quelli che desiderano saperli, come altre volte me ne è stato fatto istanza; non intendendo però di voler dar legge à tanti valent' huomini dotti di questa nobil professione, à i quali professo esser vero amico e seruitore. Viuete felici ».
Si è trascritto tutto intero questo discorso e per la sua importanza, e perchè l' abate Baini non ne fece alcun cenno, confondendo la citazione delle opere del Puliaschi col far della sua Gemma Musicale e delle presenti musiche due opere differenti, laddove vedemmo nella dedicatoria che sono una cosa medesima. La Gemma Musicale pubblicata dall'Anerio fa adunque la prima edizione; ed essendo riuscita, scorretta, ne diè tosto il Puliaschi la presente ristampa. Già si sarà notato ciò che dice l' autore della propria voce che toccava le corde del Tenore abbenchè fosse cantore di Basso, nel che potrebbe assomigliarsi ai moderni Baritoni dei teatri che ascendono spesso infino al Fa ed anche al Sol acuto. Leggendosi nella Gazzetta musicale di Milano che il maestro Ruggero Manna avea posto in musica un sonetto, la qual cosa si volea far supporre come non mai praticata che da alcun altro moderno compositore, provai come fosse erroneo quell' asserto, oltre a parecchi esempi di antichi maestri, citando sei Sonetti posti sul bel principio di quest' opera, cui susseguono quattro Arie di Romanesca, altre quattro Arie, e quattro Madrigali. Chiudesi il libro coi sette seguenti Mottetti a una sola voce di Gio. Francesco Anerio: Hodie apparuerunt; Beata N. orabat; Sicut lilium inter spinas; Felix namque es sacra Virgo Maria; Quid mihi est in coelo; Tu es Pastor ouium; Coeli enarrant gloriam Dei.

Nomi: Anerio, Giovanni Francesco.    Puliaschi, Giovanni Domenico.   
Editori: Zannetti, Bartolomeo.   
 
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: III, pp. 155-156  RISM B/I : 1618-14          
Antiche collocazioni: 2160 (catalogo Sarti, circa 1840)  
ID: 7813     


LEGENDA  
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