Primo Mazzetto di Fiori musicalmente colti dal Giardino Bellerofonteo al Ill.mo et Rever.mo signore Donno Alessandro Cardinal d'Este. - In Venetia, Appresso Alessandro Vincenti. 1623. - in fol. Con ritratto dell'autore. Partitura di pag. 61. (Ecco la dedica):
Mio Signore et Patrone Colend.mo Son uiuo, sono in Venetia, e sono al solito humilissimo, et deuotissirno seruitore di V. S. Illustrissima sotto la cui protettione prima ch' io m' acqueti, come spero di fare in effetto, col resto di vita che m' auuanza, la supplico hora ad accettar volentieri, per picciol segno e tributo del interno mio antico desiderio, che a V. S. Illustrissima augura vita felice fra Regni e Tesori, questo da la sterilita del mio Giardino prodotto Primo Mazzetto di Fiori Musicali, che stampato le inuio, quale dal Sole de la sua rugiadosa gratia rauuiuato, non aspetta frutto d'altra sorte, che sciolta da maggiori affari, a tempo e loco vna accoglienza lieta con vn riso gratioso di V. S. Illustrissima, bontà di cui si ponga in non cale l' Influsso cattivo stigmatizzante che mi fà disgratiato in Quinta essenza; e gia per la disperatione sarei ridotto in poluere di Cipro, se l'arte nobile di Musica con le sue dolci piacevolezze più d' una volta non m' hauesse sottratto a così fatti pensieri malenconici, facendomi passar musicalmente allegro il tempo in compagnia di Democrito, la cui conuersatione è ottima a la conseruation del indiuiduo, e pianga chi vuole. In tanto spero che da la solita benignità di V. S. Illustrissima se ben contra mio merito, mi sarà perdonato l' ardire, mentre baciandogli il lembo sacro de la purpurea veste humilissimamente le fò riverenza, et à V. S. Illustrissima prego da Dio Nostro Signore col colmo de le gratie il compimento d' ogni suo magnanimo pensiero. Di Venetia li 22 di novembre 1623. Di V. S. Illustrissima, et Reuerendissima. Humilissimo, et deuotissimo Seruitore BELLEROFONTE CASTALDI. (In fine): « A CHI LEGGE. Benigno e cortese Leggitore, Questo mazzetto di Fiori Musicali che col mezzo della stampa del gentilissimo Alessandro Vincenti hora ti si porge, non li sprezzar così al primo come farà forse qualche villano indiscreto, ma dagli vna annasatina col giuditio del orecchio, e caso che tu non senta quella refragrantia d' odor Sabeo che al personaggio a cui si dedica pur si conuerria; scusa, et accetta il buon animo del pouero Hortolano, che per la sterilità del suo Giardino non hà cosa per hora più a proposito da mettere sotto al tuo naso delicato e schiuo. Il quale di gratia non si torca, perchè l'Autore, come benissimo sà fare, non habbia messo l'A. B. C. della Chitarra Spagnolissima sopra ciascheduna di quest' Arie che si saria pur anch'egli lasciato portare a seconda del vso moderno, s' ei non si fosse accorto che poco serue simil Pedanteria a chi non sà se non scartazzare, per mille spropositi che ne le ca denze occorrono mediante il geroglifico sudetto, e colui che sà non hà bisogno che se gl'insegni. In oltre dopò la prima con lo stesso ordine ha voluto sotto le medesime arie metter l' altre parole ancora per commodità del Cantante, hauendo per esperientia che procedendosi a la maniera solita, del dargli vno sguardo così in cagnesco in poi che fa il Cantore, egli non se ne serue come de le prime, anzi le lascia colà sotto abbandonate e sole come dal proprio tutore inconsideratamente furon messe. E percchè trattano o d'amore, o di sdegno che tiene l'Amante con la cosa amata, si rappresentano sotto Chiaue di Tenore, i cui intervalli sono propri e naturali del parlar mascolìno, parendo pure al Autor sudetto cosa da ridere che vn huomo con voce femminina si metta a dir le sve ragioni, e dimandar pietà in Falsetto alla sua innamorata ». Nel principio dell' opera a tergo della dedicatoria è impresso un bell' elogio in versi del cav. Fulvio Testi all'autore, il cui ritratto all'acqua forte lo rappresenta seduto a un tavolino tenendo la chitarra colla mano sinistra, e colla destra scrivendo musica. Il suo aspetto ce lo dimostra in età virile. La più parte delle poesie sono composizione dello stesso Castaldi, e v' ha pur anche da lui messo in musica il sonetto di monsignor Della Casa: O sonno, o de la queta umida ombrosa, oltre diverse canzoni del Chiabrera. Il nostro musico e poeta ne diede in quest' opera composizioni a solo tenore, a due e a tre voci, tutte col basso continuo.
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