Avviso inviato da me Romano Micheli insieme col foglio reale del Canone musicale Fons Signatus, alli famosi, e peritissimi Signori Musici d'Italia e di tutti gl'altri Regni, e Potentati miei Patroni osservandissimi. In Roma, 1650. Nella stamperia di Lodovico Grignani. in 4°. Opuscolo di otto solo carte non numerate, col canone in un foglio volante.
Con quest' opuscolo rispose il Micheli a un innominato musico di Roma che con le stampe volle sostenere non esser il nostro autore l' inventor de' Canoni sopra le vocali di più parole. Trascriviamo qui appresso diversi squarci del presente Avviso dal Micheli divulgato (secondochè leggesi nel bel principio di esso) nella sua riguardevole età di anni 75, d' onde ricavasi ch' ei nacque nel 1575 incirca. « É già vn' anno e mezo che stà finita la mia Risposta insieme con la proposta di detto Musico, come li sopradetti signori Musici di Roma con la loro solita cortesia l' hanno veduta et vdita, e con hauerui io aggiunto tutte quelle opere che sono state necessarie, è riuscito vn libro di quarantasei fogli, cioè 92 carte di carta mezzana, e per darne giusta notitia alle SS. VV. ne metto qui impresso il frontespitio acciò sia anco noto il suo titolo per quando sarà stampato, ecc. » Il frontespizio dell' opera sopraccennata è come segue: « Musiche pellegrine, artificiose, et armoniose, inventate da Romano Micheli Romano. Vna Messa con due parti in Canone con l' obligo de gl' Hinni à dui Chori, con cinque parti per Choro composta, per le Cappelle Regie, col Basso continuo per l' organo à chi piace; et anco Dodici Cantilene di curiosi, e studiosi Canoni musicali, ciascuna di varia inuentione à due, à trè, à quattro, à sei, à dieci, à venti, et à trentasei voci. Qual Messa, e Cantilene sono dilucidate in partiture, per commodità, e gusto de' Virtuosi, e de' Curiosi. Dove sono anco impresse molte altre Esperienze; Il tutto si è fatto per maggiore giustificatione della verità nella Risposta inuiata per informatione alli famosi, e peritissimi Signori Musici d'Italia, e di tutti gli altri Regni, e Potentati, fatta in sua difesa dal medesimo Romano Micheli contro certe vane considerationi stampate da vn Musico sopra di trè Canoni di esso Romano Micheli. Opera Settima. » L' opuscolo contiene inoltre il seguente: « Virtuoso Manifesto sopra li più dotti studij della Musica. Roma, frà tutte le Città del Mondo, oltre l' essere marauigliosa per l' essercitio d' ogni honorato studio, nell' eccellenza della Musica in particolare ha sempre tenuto eminentissimo nome, come per esperienza si vede nelle stampe de' Musici Romani. Onde io Romano Micheli Musico Romano ansioso, non che desideroso della gloria della mia Patria, e di rinouare e mantenere in essa il medesimo nome; Notifico al Mondo il presente Virtuoso Manifesto; Dechiarandomi, come io, a similitudine d' ogni Cantilena Musicale di più dotto studio fatta, e da farsi da qualsiuoglia Musico di dentro, ò fuori d' Italia, farò altre, e diuerse Cantilene con quel medesimo artificio, secondo che da più degno Musico mi sarà proposto, conforme hò fatto molte volte in Roma, Napoli, Venetia, Milano, et in altre principali Città d' Italia, come si vede nelle mie Opere già stampate. E per dar segno dell' animo mio, ch' è di conseruare come di sopra, il nome glorioso di Roma circa la professione della Musica, manifesto per hora quanto si contiene nel sopra detto foglio reale, e nel frontespizio qui impresso del predetto mio libro. Di più ad honore della Concettione della Gloriosissima Vergine non voglio restar di dire, che io vltimamente in Canoni Musicali sopra le vocali hò composto molti de' suoi titoli, quali parimente aggiungo con le loro partiture al sopradetto libro, tra' quali Titoli hò composto questo titolo Fons Signatus impresso nel foglio reale, il quale con questo Auuiso, et con altri due Canoni composti all' Vnisono sopra le vocali con parole inuentate da me, inuio alle SS. VV. pregando la solita cortesia di vedere quelle nuoue curiosità che iui si ritrouano, et anco di vedere l' altro sottoposto Canone, che io hò composto insieme con le parole, in lode della Virtù, e de Virtuosi che la lodano; e per fine con ogni affetto riuerisco le SS. VV. peritissime, alle quali prego dal Signore Iddio vn gran cumulo di felicità, e contentezze. Roma L'Anno Santo 1650. Delle SS. VV. peritissime Affezionatissimo servitore Romano Micheli Prete Sacerdote. » Il surriferito Manifesto era già stato dal Micheli propalato fin dall' anno 1624, com' egli stesso asserisce a car. 6, e questa volta replicollo di nuovo, offerendosi di far tutto ciò che in esso proponea. In altro luogo poi (fol. 3 tergo) così discorre l' Autore: « Apporta anche il detto Musico vn Canone à quattro voci, ben fatto sopra le vocali di queste parole; Ave Regina Coelorum, del peritissimo Musico Paolo Agostini, come si vede nel secondo libro delle sue partiture stampate in Roma l' anno 1627. Ma esso Musico non ha, mai saputo che detto Paolo Agostini conversando virtuosamente con me hauesse preso la detta mia inuentione (come hanno fatto alcuni altri), e mostrandomi il detto suo Canone esser ben fatto. Io per farle vedere l' ageuolezza delle dette vocali, e la mia prontezza, feci vn' altro Canone à quattro voci, differente dal suo sopra l' istesse vocali di Aue Regina Coelorum, qual Canone si vede già impresso nella mia Sesta Opera al foglio X. Onde io molti anni prima del detto Paolo hò dato notitia con le stampe a tutti li peritissimi Signori Musici di Roma del mio comporre li medesimi Canoni sopra le vocali di più parole; la prima volta diedi notitia l' anno 1618. mentre io dimoravo in Venetia; la seconda volta l' anno 1621. e la terza volta l' anno 1624, in Roma; e perciò se il detto Musico havesse veduto il dotto Libro del famoso Musico Francesco Soriano Romano, o vero il mio libro delli Mottetti con oblighi e Canoni diuersi stampato in Venetia l' anno 1615. forse c' hauerebbe potuto conoscere la differenza che è trà l' obligo et il Canone sopra le vocali, e non hauerebbe fatta la detta sua stampa. » Poscia così prosegue a car. 5. tergo: « Non voglio restar di dire del vano parlare del detto Musico nel particolare, che l' opere sciolte delli professori che fabbricano Canoni sono disgustevoli. Io parlando della mia persona dico, che contro quello che lui dice hò già dato alle stampe il saggio con trè opere ecclesiastiche sciolte, le quali sono state, e sono abbracciate dal mondo; e senza jattantia dico, che il Sig. Gio. Battista della Spinetta Musico peritissimo, et Organista nella Chiesa Nuova di Roma, mi disse gli anni addietro: Habbiamo cantato li vostri salmi studiosi e belli, e non credeuo mentre lei attende à gl'artificij, che componesse così vago. Io gli risposi che nelle Cantilene sciolte si può fare quello che si vuole; ne gl' artificij poi si fà vn' altro modo di comporre; Et in Venetia ritrouandosi già il Signor Paolo da Castello Musico peritissimo, et Organista in San Marco in vn ridotto di peritissimi Signori Musici, disse: Noi più volte havemo veduto che Romano Micheli con vna carta che ci presentava dell'esperienze delli Canoni fatti à nostre petitioni con prestezza, ci dà anco a credere (come hauemo veduto) che le sue Cantilene sciolte sono di bontà. Sì che il detto Musico parla come sà, e senza esperienza: e se alcuno di questi tali che attendono alli studij, nel comporre sciolto non riuscisse con vaghezza, questo non si deue attribuire alli studij il cui proprio è perfettionare gli Huomini, ma si bene è difetto di natura, la quale in tutti li stili ordinariamente in vn' Huomo non suole dare compita vena. Per maggiormente defendermi contro il parlare del detto Musico anco circa le parole, io per la Dio gratia non solo sono inven toredi molti di quelli Motti della detta Potestà Ponteficia, ma sono atto in quanto mi fà bisogno di componere con le Musiche anco le parole, tanto latine, quanto vuolgari, come già si vedono nelle mie opere stampate, e da stamparsi. » Fu il Micheli allievo di Francesco Soriano, come si ha dal seguente passo di Gio. Battista Doni a cart. 395, delle sue Annotazioni sopra il Compendio de' generi, e dei modi della Musica; Roma 1640, in 4°. «Per confermatione poi di quello ch'io diceua, che l' osservanza del Metro non solo non toglie la gratia alle compositioni, mà anzi glie l' accresce et le rende più ariose, sappia V. S. che havendo fatto modulare gl' istessi versi Asclepiadei, che cominciano: Salve sceptrigerum maxime Principum, dal medesimo virtuoso con diuersa aria, et senza tal' osservanza, mà co' tempi dell' hodierna pronuntia corrotta: et fatto vedere l' una et l' altra modulatione à Don Romano Micheli peritissimo Contrapuntista, et allieuo in questa professione del Soriani: senza dirli niente di questa diuersità, con richiederli solo il suo parere, qual di due giudicasse più bella, senza pensarui punto diede il primato all' osseruata, benche non la riconoscesse per tale. »
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