Errori de Franchino Gafurio da Lodi: Da Mae-||stro Joane Spatario Musico Bolognese: i sua || deffensione: et del suo preceptore Mae-||stro Bartolomeo Ramis Hispa-||no. Subtilemente de-||monstrati. (La data seguente è nel verso dell'ultima carta del libro): Impressum Bononiae per Benedictum Hectoris Anno domini. M. D. XXI. die. XII. Januarii. in 4°.
L' opera è di 52 carte numerate da una sola parte, e col Registro da a fino a g tutti quaderni eccetto l' ultimo ch'è duerno. Il Lichtenthal dicendo nella Bibliog. T. 4°, pag. 437 che questo scritto fu come un segnale di battaglia, poteva anco aggiungere che con esso pagava Spataro il Gafurio della moneta medesima con che venn' egli regalato nell' Apologia di Franchino contro il nostro bolognese e gli altri musici suoi concittadini. Meglio ne scrisse il Fétis verso il fine dell' articolo Gaffurio. A tergo della prima carta così è impresso: Joannis Patarii (sic) Musici Bononiensis: in Franchinum Gafurium, Laudensem. Invectiva. O Franichino Gafurio: et quale in questa tuo anosa_ etate (forse per li toi peccati) sei venuto in tanta insania ecc. Dove noterenio che Gafurio era d' anni 70 incirca essendo nato nel Gennaro dell'anno 1451, come dalla sua vita nel fine del trattato De Harmon. Musicor. Instrum. Poco appresso soggiugne Spataro: Gia son passati 32 anni che a me seria stato licito fare quello che hora da te e stato opperato. s. ponere in publico li errori toi. E di qui ricavasi che sin dal 1489 lo Spataro avea, o credeva d' aver buone ragioni di palesare al mondo gli errori di Gafurio. Come nascesse codesto litigio, ce lo dice lo stesso Spataro poco appresso con queste parole: «Ma da poi fui da te incitato: perche tu me mandasti quello tuo tractato de harmonia instrumento rum: circa el quale: quasi deridendomi: tu dicesti che io el martirizasse cosi in Musica come in Gramatica_ iuxta solitum: el quale tuo parlare fu da me acceptato in bona parte: et de lopera non poco te rengratiai: et con teco me excusai dicendo che per essere lopera subtilemente producta, che io credeua che da me non seria intesa. Ma che: a tempi io cercaria de satisfarti iuxta al mio potere: et de tutto: te promissi darti aduiso: per la quale cosa: non senza mio grande incomodo et fatica: tutto el predicto tuo tractato fa da me discurso: et de ogni tuo errore, et mie dubitatione comprehese: per. 18. epistole mie. hauesti clara notitia ecc.» Fra' rimprocci scagliati dal Gaffurio contro lo Spataro nell'Apologia v' ha quello della mancanza di lettere latine. «Non me domandare o Franchino (così prosegue lo Spataro) in che modo, senza latinita: io sia possuto peruenire a ladito, et habitatione de Parnaso, et de le Muse, perche io non te ne saperei rendere rasone. Ma respondi a me tu, che credi, et pensi hauere tanta latinita: quale insania te ha conducto uolere scrivere in Musica senza sapere Musica ? Asai pegio stai tu de me pesche io: in la mia materna lingua: tracto de quello, che per natura, inclinatione, et studio, e mio: Ma tu: fidandoti in latinita: hai ardire de scriuere et pertrectare de quello, che per natura: inclinatione: et studio: mai non fu, et mai non sera tuo: et se io: non remosso da uulgare stile: te ho demunstrato sapere Musica: philosophia et altre scientie mathematice: per questo adonca tu poi essere certo che tale scientie possono ancora stare senza latinita ... altro non sciai dire se non che, io non ho littere, et ogni giorno, da me te son demonstrati li toi errori: così in littere, come in le altre faculta.» Più avanti lo Spataro dà giudizio del Trattato de Harm.Instrum. assai severo con queste parole: inutile frustratorio, et intricato uolumine de harmonia instrumentorum; e soggiugne d' aver risposto al Gaffurio col consentimento dei musici bolognesi. «Ma perchè tale tua Appologia, e de rictiua non solo a me, ma etiam a tutti li amici, et compagni, o sotii mei Bolognesi: per tanto: non senza el loro consenso: parendomi cosa debita, te faro condecente resposta.» Chiudesi questo preambolo dallo Spataro nella guisa seguente: «Sera (l' opera presente) in cinque parte diuisa: in la prima parte appareranno multi errori toi: in la pratica comissi. In la secunda, serano breuemente recitati, alcuni de li errori toi: in la theorica tua aducti. In la tertia apparerano multi toi errori in lo tuo uulgare tractato da te positi. In la quarta brevemente apparerano multi de li toi errori, da te adueti in quello tuo male disposito tractato de harmonia instrumentvrum: de li quali errori per. 18. mie epistole asai piu largamente sei stato facto, euidente. In la quinta, et ultima parte: se fara condecente resposta a quella tua male considerata Apologia: o uero tacita retractatione: da te facta per excusatione de multi toi errori: come sequitando apparera.» Comincia la critica dello Spataro ponendo in vista 28 errori del Gaffurio nel suo trattato Practica musicae. Quattro soli ne enumera del Theoricum opus; intorno al quale così si legge a cart. 11: «Qui appare che uai robando: et perchè non intendi quello che tu robi: demonstri apertamente la tua ignorantia: et tanto più manifesti el poco tuo sapere: perchè tu dici, che tale theorica tua, e stata da te leta in publico auditorio a Milano ... Hor pensa come da uno erroneo: et ignorante doctore li adiscenti possono essere ben instructi.» Altri quattro errori gli appone Spataro nell'Angelicum ac divinum opus. Trenta ne trovò in quello de harmonia instrum. musicoricm. Finalmente 43 ne enumera nell'Apologia. Piacemi trascriver qui un saggio delle ingiurie che a vicenda si scagliavano i due litigiosi, ed è a car. 31 (per errore 22): «Da poi sequitando tu dici, quale preceptore se credera che io sia ad instituire li adoloscentili, a la Musica, essendo cognosuto uacuo de littere: et pleno de invidiose detractatione: et de impurissimi costumi, et de temerita: el quale tuo irrato parlare ueramente non meritaria resposta, prima per la dignita de lo offitio tuo sacerdotale: et etiam perchè questo lo sognasti (ut dixi) quando dapo cena (ebrio, et da la crapula occupato) stai a chiachiarare con li toi comensali: come sogliono fare quilli che a te son simi li. s. che (dando el uiuere suo a lotio) in altro che seruire a Baccho: et a uenere non studiano. Come gia hebi da prie Matheo da Milano cantore del Sanctissimo papa Julio: el quale diceua de te multi gesti non solo bestiali: ma diabolici. Et credo che el sia uero: per multi signi, et deffecti: li quali son in te: et maxime de li ochii toi lippi: et del tuo essere facto paralitico, et tremebondo: el quale demonstra el tristo et incontinente uiuere de la tua male dispensata giouentu: per la quale cosa; se le uero quello: che circa, el fine de la predicta tua Apologia dici. s. namque trito adagio a signatis cauendum esse docemur: Guarda come tu stai: perchè tu sei signato de uno signo: el quale da sfrenata incontinentia: et uiuere lasciuo nasce. De multi altri signi sei signato, et tinto: de li quali, tu non te cognosci: perche sei come quello, el quale uede la festuca in lochio alieno, et non uede el trabe nel suo. Tu poi existimare: quale preceptore se credera essere tu ad istituire li adolosentuli, a la harmonica faculta: et a li altri boni costumi, hauendo tu sempre in boca, (per tuo trito adagio), questo dicto. s. Malo esse lippus quam sitibundus.» A car. 39 accenna Spataro una anteriore quistione col Gaffurio nella quale ei pure trovossi implicato: «Ma dopo el longo cogitare me uenuto a memoria, che de lanno 1516. (per la tua inuidia, et petulantia) tra te: et Petro Aron Florentino Musico doctissimo: naque litigio Musico: perchè Petro Aron (per sua diffessa) te demonstro multi tui errori: Tu scriuesti a me, che da te era compreheso: che io era quello: che te respondeua et non Petro: per tanto tu lassasti de scriuere al prelibato Petro, et con meco uolesti la lite: per la quale cosa (come tu sciai) tra nui, acadete multe desputatione.» Scrisse ancora Spataro certe postille fatte da Gaffurio in un esemplare dell' opera di B. Ramis, il qual prezioso esemplare passato poscia in proprietà del Cav. Erc. Bottrigari che pure vi fece sue annotazioni ne' margini, ora conservasi nel nostro Liceo. Ecco le parole dello Spataro: «Come gia etiam facesti al tempo che io respondeua, a quelle tue appostille da te signate nel tractato pratico del mio preceptore.» Dal quale suo precettore asserisce Spataro a car. 51 tergo, essere stato inventata e praticata una nuova maniera di genere cromatico ed enarmonico ignota agli antichi; e già a car. 43 se ne vede rapportata da lui la musica del Tenore. «Ma etiam comprenderai: che in esso tenore se procede per uno recto stile chromatico, et enharmonico: el quale stile e stato ignorato da la antiquita da te sequitata: et per tale modo potrai essere certo che da la antiquita non e stato inuento tuto quello che se po sapere come da te (inconsideratamente) e stato dicta.» Protesta poi nella medesima pagina lo Spataro di volere scrivere più voluminoso libro sugli errori del Gaffurio con queste: «Ma bene appare che in te, e tanta cecita: liuore et ignorantia che hai colto lo errore in loco de uerita: et la uerita in loco de errore: come per questa picula opera mia se po comprehendere: ne la quale tuti li errori toi non appareno: Ma perche tu me hai incitato, et in publico prouocato per un altro mio tractato piu largamente (non solo li toi errori predicti ma multe altre) tue mateze (con più chiareza) serano aducti in publico.» Dopo queste protestazioni finisce l' opera col seguente rozzissimo Capitolo: Carmina ipsius Spatarii in eundem. Hai tremebondo e lippo uechiarello: in uoltolina nato o Dom Franchino: chel troppo ber tha pur tolto el ceruello: Deh ! pouer uechio lassa star el uino per qual sei fatto si accecato, et orbo: che in tuto erri la uia del bon camino. Miser tu non te acorgi che tal morbo: te ha occupato in modo che tra cigni: sei reputato an crocitante Corbo. Hor fiam scuperti i uani toi designi: perche (come se uede) qua appar claro: la erronea doctrina, qual tu insegni. Non dir Franchin chel ciel te sia auaro: ne inculpa el loco uil doue sei nato: ma solo inculpa te superbo e ignaro: Per che piu uolte a te ho demonstrato ogni tuo error: ma tu come empio e insano: sempre piu contra al uer hai calcitrato. Hor uidi pouerel come pian piano: nel lacio incurso sei de lira praua: nel qual non lice oprar la lingua o mano: Per che la uerita teco parlaua: come Maligno meco te adirasti: che con si pur amor te amaestrava. Ma in quella Apologia, qual me mandasti: monstrasti tua ignorantia alhora quando: del docto Mastro Mio tanto latrasti. Apparue ben: che al tuto hai posto in bando: el musico saper: mal da te inteso: e che uai come Audace claudicando. Hay quante uolte io (de pur gel acceso) ho scripto a te Franchin: che da te solo: el musico comertio e tinto e offeso. E questo certo aduen (hai graue dolo) solo per esser tu el magior bibente: choggi di chiuda luno e laltro polo. El troppo bere fa turbar la mente: e lo intellecto rende grosso. e obtuso e la memoria tole a chi el consente. Induce error, e fa restar confuso essendo adonca tu merso in tal uitio dogni uirtu te poi chiamar excluso. Se questo io hauesse inteso ne lo initio: Mai scripto io non te hauria habil per certo: che lhom che serue al uin merta supplitio. Ma hor che ogni tuo uitio ho clar comperto: in pace resta: chio te fo a sapere: poi che de Baccho sei seruo scuperto: Piu scriver non ti uoglio: hor tendi a bere. Luce saxilionei. Bononiensis epigramma ad lectorem. Miratus, frontem, contrasti, candide lector. Hic, q. Spatarius, uerba Maligna facit. Illum, Gafurius Franchinus, uoce lacessit. Ille lacescitus, spicula dira iacit. Impressum Bononiae per Bene||dictum Hectoris. Anno domi-||ni M. D. XXI. Die||xii. Ianuarii. Nel verso della 13ª carta son da notarsi queste parole dell' irato bolognese : «Quello poco che in Musica ha potuto capere quello tuo rudo capazo: tu lhai hauuto da me quasi per forza del scriverti mio continuo ... perche gia son passati 32 anni che altro non ho exercitato, che scriverti, solo per liuarti li errori musici del capo, et hora (per merito de tante mie fatiche: et uigilie come ingrato: et pleno de ogni male costume) hai comentiato a calcitrare ecc. ecc.»
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