strumento
Vincenzo Magazari?, Corno inglese (8 chiavi), Bologna, circa 1830
inventario
1787
rif. Catalogo van der Meer
n. 047 (=p. 55)
collocazione
Sala 7
 
Marchio sul pezzo superiore al di sopra del foro I, sul pezzo inferiore al di sopra del foro IV e sul piede: stella a sei punte / MAGAZARI / BOLOGNA / fiore a sei petali.
Materiali: acero, cuoio, corno, ottone.
In tre pezzi. Il corpo, coi fori per le dita, curvato, consta d'un pezzo superiore e di uno inferiore. L'ingresso è rinforzato con un rigonfiamento e con un anello da entrambi i suoi lati. Le estremità superiori del pezzo inferiore e della campana sono tornite a rigonfiamento. La campana è svasata in forma di fiasco e non ha fori di risonanza, essendoci una chiave per Si2. Alle estremità superiori dei tre pezzi ci sono anelli di corno. I pezzi superiore e inferiore sotto gli anelli di corno sono coperti di cuoio nero. La campana sotto l'anello è tinta scura. Il foro III è duplicato. Il foro I è obliquo verso l'ingresso, i fori III e VI sono obliqui verso la campana.
Chiavi:
Si3 (aperta, con leva lunga, per il pollice destro);
Do3 (aperta, per il mignolo destro);
Do# (chiusa, per il mignolo destro);
Mib3 (chiusa, per il mignolo destro);
Fa#3 (chiusa, per l'anulare destro);
Sol#3 (chiusa, chiave traversa col piattino a destra, per il mignolo sinistro);
Sib3 (chiusa, con leva lunga, per l'indice destro);
portavoce (chiuso, per il pollice sinistro).
Le chiavi sono di ottone. Hanno piattini emisferici con cuscinetti. La paletta di Do# si trova al di sopra di quella di Do: quando quella si apre, si chiude questa automaticamente. Le chiavi hanno supporti in colonnini su piastrine, e molle di alpacca ribadite alle palette. Le chiavi Si, Do#
e il portavoce hanno selle conduttrici su piastrine. Il foro del portavoce ha la solita copertura di un piattino perforato; i fori delle altre chiavi sono rivestiti di ottone.
Il cannello per l'ancia è originale. 
Misure: lunghezza totale 811; lunghezza della campana 187; distanza tra l'ingresso e I 201, II 242, III circa 280, IV 382, V 424, VI 460, ch Do 589, ch Si 685; cannello per l'ancia lunghezza 72, diametro 3,3-5,8.
Altre misure approssimative: lunghezza del pezzo superiore 309; lunghezza del pezzo inferiore 315; lunghezza del tenone del pezzo inferiore 28; diametro esterno degli anelli del pezzo superiore 27,9-27,8, del rigonfiamento del pezzo superiore 30,9, del pezzo superiore sotto il rigonfiamento e gli anelli 24,8-26,8, del rigonfiamento del pezzo inferiore 33,9, del pezzo inferiore sotto il rigonfiamento 28,2-31,1, del tenone del pezzo inferiore 22,1, del rigonfiamento della campana 37,8, alla chiave Si 31,2, all'uscita 75,2; diametro della cameratura all'ingresso 7,8, al punto più stretto 6,1, nel tenone del pezzo inferiore 16, all'uscita 43; diametro I 3,2 (10,2), II 4 (10,7), III 3,2/3,2 (112), IV 5,1 (12,6), V 5,1 (13,1), VI 4,8 (13,7).
Fondamentale: Fa2 (Do3 in Fa) con corista di La3 = 405 Hz.
Cenno biografico e datazione: il numero delle chiavi suggerisce che questo corno inglese non fu uno strumento precoce. L'uso delle selle conduttrici rimanda la data della costruzione al secondo quarto del secolo XIX. S'intende che l'uso di selle nei fagotti è attestato già nel secolo XVIII, ma la loro applicazione ad altri strumenti a fiato in legno non s'incontra prima del 1825. L'uso di supporti in colonnini s'incontra per la prima volta nel 1806, quando Laurent, a Parigi, li applica ai suoi flauti di cristallo. In altri strumenti i colonnini non si trovano prima del 1828, e diventarono usuali solo dopo il primo modello del flauto Böhm, creato nel 1832. Per questa ragione si deve accettare una data di costruzione di questo corno inglese non prima del 1830.
È quindi evidente che il costruttore fu non Ermenegildo, ma Vincenzo Magazari, per la cui bibliografia si veda inv. 2807 (scheda 46). 
 
Documenti:
Relazione di restauro (R. Weber, 1989)

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