strumento
Lira chitarra, Francia? [o Carlo Godone, Torino], inizio sec. XIX
inventario
1804
rif. Catalogo van der Meer
n. 110 (=pp. 112-113)
collocazione
MdM
 
Nella tavola c'è una scritta su uno scudo: CHITARRA / STRADIVARI / CARLO GODONE / RIPARO A / TORINO. Sulla faccia interna del fondo c'è un'etichetta a stampa, non completamente leggibile a causa della rosetta che vi si trova davanti: "Carlo (stemma) Godone / Fabbricante di Piano-Forte / ..., ed altri strumenti a corde / ... alla Provvidenza", e un'altra etichetta a stampa: "Antonius Stradivarius Cremonensis / Faciepat [sic!] Anno 1707".
Materiali: acero marezzato, conifera, ebano, cuoio, osso, madreperla, cartone, ottone.
La cassa, come è normale in una lira chitarra, ha due braccia e anche un giogo, ma la forma è asimmetrica: il braccio destro si alza sino al giogo; il braccio sinistro è più corto e collegato col giogo con una colonna tornita, ficcata nella cassa con un cavicchio di legno, e fissata al giogo con una vite di metallo. Il giogo ha la forma di S. Dove il braccio destro e la colonna sono congiunti al giogo, c'è l'indicazione d'un riccio con un bottone di legno nero e dorato. (Il bottone sulla giuntura tra il braccio destro e il giogo ora manca).
Il fondo, la colonna e il giogo sono di acero marezzato. Le fasce sono dello stesso legno, e sono coperte d'un pezzo protettore di cuoio all'estremità inferiore; vi si trova anche un bottone, probabilmente non originale.
La tavola è di conifera con un bordo di ebano. Nella tavola c'è un foro di risonanza con incastrata una rosetta di cartone dorato rappresentante un sole con raggi. Intorno al foro di risonanza c'è un listello modanato di osso. Sia il fondo, sia la tavola sono rinforzati con una catena trasversale sopra la rosetta, e una sotto di questa. Le catene sono di conifera.
Sulle fasce, sulla colonna e sul giogo vi sono raffigurazioni di pampini e grappoli d'uva dorati. Anche il fondo e la tavola sono decorati con tali motivi dorati: lungo il bordo del fondo e della tavola si vedono foglie, sulla tavola vi sono inoltre una corona di foglie intorno al foro di risonanza, un vaso sopra il ponticello, e sotto di esso lo scudo con la scritta menzionata sopra, e tralci.
Nel centro, tra la cassa e il giogo, si trova il manico di ebano, che si allarga verso l'estremità superiore. Le sei caviglie, poste nel restauro del 1991, sono immesse nel giogo. Il davanti del manico serve da tastiera; ci sono inseriti il capotasto superiore e undici tasti, tutti di osso. I tasti 12-16 sono di ebano e incollati sulla tavola. Il ponticello è di ebano con un capotasto di osso. Sei bottoncini di ebano con perline di madreperla servono per l'attacco delle corde nel ponticello. Un bottoncino della stessa fattura, ma puramente ornamentale, è infisso nella tavola da entrambi i lati del ponticello.
Lo strumento è coperto d'una vernice giallastra. 
Misure: lunghezza totale 860; lunghezza della cassa lungo il braccio destro 658; lunghezza della cassa lungo il braccio sinistro 378; lunghezza della colonna 350; lunghezza della cassa al centro 439-455; distanza tra l'estremità inferiore della cassa e il capotasto del ponticello 117, il centro della rosetta 310, le catene inferiori circa 230, le catene superiori circa 330; larghezza massima al punto estremo del braccio destro 335; larghezza all'estremità superiore del braccio sinistro 265; larghezza minima della cassa 171 (a 290 dall'estremità inferiore); larghezza massima sopra il ponticello 289; diametro della rosetta 80; lunghezza del manico 317-303; larghezza del manico 44-56; larghezza del ponticello 26; altezza del ponticello 8; lunghezza vibrante delle corde 639.
Accordatura: come la chitarra normale, Mi1 - La1 - Re2 - Sol2 - Si2 – Mi3.
Restauro: questa lira chitarra fu sottoposta a restauro nel 1991.
Interpretazione della firma: La ditta Godoni a Torino fu il venditore di questa chitarra, e secondo la scritta nello scudo la riparò anche. Lo strumento dà l'impressione di essere francese. S'intende che con lo Stradivari non ha niente a che fare.
Provenienza: dono della prof. Edmea Nicolina Bormida nel 1937. 
 
Documenti:
Relazione di restauro (G.B. Morassi, 1989-91)

   ID: 143          



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