strumento
Giovanni Panormi, Oboe tenore (2 chiavi), Napoli, circa 1800
inventario
2813-2814
rif. Catalogo van der Meer
n. 042 (=pp. 52-53)
collocazione
MdM
 
Marchio sul pezzo superiore e sul piede: JOAN: PANORM: / I, e su tutti i tre i pezzi: àncora / BFM / àncora. Ci sono due pezzi superiori di ricambio per suonare in due coristi diversi. Sul pezzo di ricambio più corto sopra il marchio del costruttore è impresso nel legno: 2. Da ciò segue che il pezzo superiore più lungo fu considerato come quello principale.
Materiali: bosso, avorio, ottone.
In tre pezzi, come s'è già detto, con due pezzi superiori di ricambio. L'ingresso d'entrambi i pezzi di ricambio è rinforzato con un anello e un leggero rigonfiamento. Le estremità superiori del pezzo inferiore e della campana sono tornite leggermente a rigonfiamento. La campana ha due fori di risonanza e un risalto verso l'interno all'uscita. La campana non è svasata, ma il suono dello strumento è addolcito con l'applicazione d'una graticola all'uscita con un motivo su base di quadrilobo. La graticola è lavorata dallo stesso pezzo di bosso della campana stessa. È l'unico oboe tenore con tale graticola, e inoltre è l'unico esemplare cosi tardo d'uno strumento a fiato in legno con una tale graticola. Si tratta quindi d'un pezzo unico estremamente importante.
Ci sono anelli di avorio intorno all'ingresso, ai rigonfiamenti e all'uscita, l'ultimo risalente al 1989, quando lo strumento fu restaurato. Il foro III è duplicato.
Il cannello di ottone per l'ancia fu posto nel restauro del 1989.
Le chiavi (Mib e Do) sono di ottone. I piattini sono leggermente trapezoidali e piatti, e sono provvisti d'una guarnizione di cuoio, dovuto al restauro del 1989. Il piattino di Mib è fatto in un solo pezzo con la leva. La paletta di Mib è a spatola, quella di Do a farfalla. Le chiavi hanno supporti in blocchetti ricavati dal legno del tubo. Le molle di acciaio, strette nel legno del tubo con un piattino di ottone, non sono attaccate alle palette. 
Misure: lunghezza totale 729,8/712,5; lunghezza dei pezzi superiori senza i tenoni 296,8/279,5; lunghezza dei tenoni dei pezzi superiori 31,7/31,8; lunghezza del pezzo inferiore senza il tenone 291,3; lunghezza del tenone del pezzo inferiore 29,1; lunghezza della campana 141,7; distanza tra l'ingresso e I 171,4/160,7, II 211,3/199,3, III 251,1/240, IV 374,5/357, V 414,6/397,5, VI 454,5/437,5, ch Mib 518,5/501, ch Do 571 /553, i fori di risonanza 629/611,5; diametro esterno degli anelli dei pezzi superiori 27,5/28, dei rigonfiamenti dei pezzi superiori 28/27, dei pezzi superiori sotto i rigonfiamenti 21,4-25/22,2-25,2, dei tenoni dei pezzi superiori 19,7/20, del rigonfiamento del pezzo inferiore 32,2, del pezzo inferiore sotto il rigonfiamento 27,8-29,5 del tenone del pezzo inferiore 25, del rigonfiamento della campana 37,8, ai fori di risonanza 28,4, al punto più largo poco prima dell'uscita 51,2, all'uscita 45,7; diametro della cameratura all'ingresso 8,5/8,4, al punto più stretto 6,1/6,2, nel tenone dei pezzi superiori 13,4/12,7, nel tenone del pezzo inferiore 19,5, all'uscita 25,5; diametro I 3,4 (9,9)/3,3 (9,8), II 3,5 (10,4)/3,7 (10,1), III 2,3-2,4 (11,9)/2,6-2,5 (11,3), IV 6,6 (14,4), V 6 (15,1), VI 5,3 (15,8); cannello per l'ancia lunghezza 9,3, diametro 4-6,1.
Fondamentale: Fa2 (Do3 in Fa) con coristi a seconda dell'uso dei pezzi di ricambio di 420 e 435 Hz.
Cenno biografico: Finora si sa poco sulla bottega napoletana di Giovanni Panormi. Sono conservati con la sua firma flauti dolci, clarinetti e soprattutto oboi. Un certo numero di oboi con la sua firma ha tre chiavi con supporti nei rigonfiamenti del tubo che sono pronunciati. Tali strumenti devono risalire agli anni intorno al 1750 al più tardi. Lo strumento descritto sopra, con solo due chiavi in blocchetti, e con rigonfiamenti leggeri, appartiene ad un'epoca più tarda, forse intorno al 1800, o addirittura dall'inizio del secolo XIX. L'Archivio di Stato di Reggio Calabria custodisce un elenco degli strumenti che Panormi poteva fornire, coi prezzi dei pezzi separati degli strumenti. Tra gli strumenti menzionati si trovano clarinetti con pezzi superiori con tre chiavi, flauti traversi a quattro chiavi, fagotti ad otto chiavi, cimbassi e trombe a chiavi. Il documento porta la data del 1835, e sono menzionati ancora oboi a due chiavi. Non è dunque escluso che lo strumento qui descritto risalga all'inizio del secolo XIX.
Il lungo periodo dell'attività della bottega di Panormi suggerisce che essa fosse gestita da costruttori di più di una generazione. I miei ringraziamenti vanno a Renato Meucci, Milano, che portò il documento citato alla mia attenzione. 
 
Documenti:
Relazione di restauro (R. Weber, 1989)

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