strumento
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Ugo Annibale Traeri, Clavicembalo, Bologna, 1729 | ||
inventario
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1018 |
rif. Catalogo van der Meer
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n. 145 (=pp. 159-161) |
collocazione
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Museo Davia Bargellini | ||
Sul lato anteriore del somiere si legge la seguente scritta a penna: Vgo Annibale Traeri, deto Il Bresiano Bologniese fece Lano 1729 termi[n]ato p° [primo] Ottobre. Sulla faccia interna della prima ribalta del coperchio v'è un'altra scritta a penna, attualmente illegibile.
Materiali: conifera, pioppo, cipresso, noce, faggio, bosso, forse ancora altri legni, ferro. |
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Il cembalo appartiene al tipo "false inner-outer" (non levatore di cassa), l'apparente cassa esterna essendo incorporata allo strumento. Le fasce, di conifera con l'eccezione della fascia curva che è di pioppo, sono applicate contro i bordi del fondo, e sono incollate tra di loro ad appoggio. Le fasce corta, curva e posteriore sono decorate con campiture marmorizzate (nero su verde scuro) - una campitura sulle fasce corta e posteriore, due sulla fascia curva - recinte da cornici di colore verde chiaro. Il fondo di conifera è fatto in un solo pezzo con la fibra parallela alle fasce lunga e corta. Il pannello anteriore, fatto di vari legni, non è originale, ma è stato adattato alla pittura delle fasce. Esso va innestato nelle apposite scannellature tra il bordo anteriore delle fasce e del fondo, e il bordo delle consuete assicelle anteriori adibite al suo sostegno. L'angolo tra le fasce lunga e posteriore è di 66°. Il coperchio e le due ribalte sono di conifera e hanno i bordi incorniciati da un listello dello stesso legno, abbracciante le fasce e il pannello anteriore. Adesso la prima ribalta è incollata alla parte principale e stabilizzata mediante un listella di conifera applicato all'interno; tale listello non è originale. La seconda ribalta (anteriore) sopra la tastiera è attaccata alla prima con due doppi occhielli di ferro, di modo che è possibile suonare col coperchio chiuso, ma con la seconda ribalta (anteriore) alzata. Presso il bordo anteriore della seconda ribalta (anteriore) è infisso un fermaglio di ferro, in origine inseribile in una serratura del pannello anteriore, ora mancante. Il coperchio non è attaccato né con cerniere né in altra maniera al corpo del cembalo, il che suggerisce che lo strumento fosse suonato col coperchio chiuso, ma con la seconda ribalta alzata, come s'è già detto, oppure col coperchio tolto. Che il cembalo non fosse mai suonato col coperchio intero alzato, si deduce pure dal fatto che sia la parte principale del coperchio sia le ribalte del coperchio sono sprovviste di pitture e mostrano il legno grezzo. I colori sulla faccia esterna del coperchio sono cosi logorati che non sono più leggibili. Tutte le fasce sono rivestite internamente, al di sopra della tavola armonica, di un'impiallacciatura di cipresso, con incollature ad augnatura negli angoli. Sopra tale rivestimento scorre una cornice sovrapposta. Il bordo superiore della cornice non raggiunge quello delle fasce. Un rivestimento di conifera senza cornice sovrapposta copre anche le fasce lunga e corta da entrambi i lati della tastiera. Lungo tale rivestimento si trova la fiancata di cipresso della tastiera dal lato degli acuti. Pure dal lato degli acuti è applicato alla fascia corta un piccolo elemento laterale, in cipresso, della parziale fascia anteriore. In origine la stessa costruzione con fiancata ed elemento laterale della parziale fascia anteriore - si trovava anche dal lato del bassi, ma tali parti ora mancano. Con gli elementi laterali e le fiancate era possibile innestare il listello frontale, ora mancante, che con ogni probabilità era di cipresso con una cornice sovrapposta. Davanti alla tastiera un listello di noce tinto scuro senza modanature è incollato al fondo. La barra sopra i salterelli manca anch'essa. Sono conservate le sedi laterali d'innesto e di sostegno della barra, entrambe di cipresso. Il supporto, di conifera, non è originale. È composto di tre gambe portanti una cornice adattata alla sagoma del cembalo. Alla cornice è applicata esternamente un listello abbracciante il cembalo. Le gambe sono piatte con una decorazione barocca ad intaglio. La gamba anteriore dal lato dei bassi è fatta da una trave parallela al lato anteriore del cembalo. La gamba anteriore dal lato degli acuti è composta di due travi congiunte ad angolo retto, in corrispondenza dell'angolo tra il lato anteriore e la fascia corta del cembalo. La gamba posteriore si compone di due travi formanti un angolo in corrispondenza di quello tra le fasce curva e posteriore del cembalo. Il listello abbracciante il cembalo s'imbatte contro le assicelle anteriori adibite al sostegno del pannello anteriore del cembalo, sicché è inevitabile la conclusione che il supporto, anche se antico, non appartiene a questo cembalo. Tuttavia la pittura sul supporto è adattata a quella sulle fasce. La tavola armonica di cipresso è bordata da una cornice dello stesso legno, ora solo lungo le fasce lunga, posteriore, curva e corta. Ci sono tracce di una tale cornice anche lungo le liste-guida dei salterelli. Non v'è rosetta. Il somiere di noce con un'impiallacciatura di cipresso è bordato interamente da una cornice, pure di cipresso. Le caviglie di ferro sono disposte in due file diritte. I sostegni del somiere sono di conifera. Al bordo anteriore del somiere è infissa una punta di ferro corrispondente a un blocchetto perforato verticalmente applicato al listello frontale originale. Entrambi i ponticelli sono di noce con punte di ferro. Quello sul somiere è diritto, quello sulla tavola armonica è quasi parallelo alla fascia curva ed è ripiegato a gomito in corrispondenza delle prime cinque corde dei bassi (Do1, Fa1 e la corda più lunga di Re1). Il ponticello sulla tavola ha punte doppie per le corde da Re1 sino alla corda più lunga di Fa4, quindi non per Do1 e Fa1. Le punte d'attacco di ferro, con capocchie, sono infisse davanti alla cornice della tavola armonica. Nei bassi cinque corde (Do1, Fa1 e la corda più lunga di Re1) sono attaccate lungo la fascia posteriore. La tastiera ha l'ambito Do1 - Fa5 con la prima ottava corta e con tasti spezzati Re1/Fa#1 e Mi1/Sol#1 (52 tasti). Sono ancora conservate del telaio la lista posteriore, la lista-guida dei tasti, entrambe di pioppo, e la traversa di noce, smussata dai due lati lunghi e con punte di ferro. La larghezza della tastiera è di 699 mm, mentre la larghezza del vano della tastiera è di 762 mm. Da ciò si può dedurre che in origine la tastiera aveva due blocchetti laterali con una larghezza aprossimativa di 30 mm ciascuno. Le leve dei tasti, di faggio, con una numerazione a penna da 1 a 52, senza zavorre di piombo, sono leggermente piegate: quelle sino a Mib4 sono piegate a destra, quelle da Mi4 a sinistra. Le coperte dei tasti diatonici sono di bosso con due rigature; i frontalini sono pure di bosso con semicerchi torniti sì che nel centro la faccia anteriore della leva, tinta nera, sia visibile. Sono conservate le coperte dei seguenti tasti diatonici: La2, Si2, Mi4, Sol4, La4, Si4, Do5, Re5, Mi5 e Fa5. Sulle coperte si trovano i nomi delle note scritte a penna: su Do: do, sol; su Re: re, la; su Mi: mi, si; su Fa probabilmente fa (appena leggibile), do; su Sol: sol, re; su La: la, mi; su Si: si [sic!], fa. Le coperte dei tasti cromatici sono di noce tinto nero. Sono conservate le coperte di Fa#4, Sol#4, Sib4 e Do#5. Le guide dei tasti sono costituite da lamine di bosso inserite in coda e scorrenti nelle apposite feritoie della lista-guida. Le guarnizioni della lista posteriore del telaio della tastiera e dei punti d'appoggio dei salterelli sono totalmente consumate. Le altre parti, dove normalmente si trovano delle guarnizioni (la lista anteriore del telaio della tastiera, la barra sopra i salterelli) mancano. I salterelli e le lore liste-guida mancano. Ad ogni modo il cembalo aveva due registri 8'. Lo spazio per le liste-guida è un po'obliquo (convergente verso gli acuti rispetto al bordo anteriore del somiere). |
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Misure: lunghezza della fascia lunga 1901; lunghezza della fascia corta 421; lunghezza della fascia posteriore 240; larghezza della cassa 826; vano per la tastiera 762; altezza della cassa senza coperchio 238; spessore delle fasce 70-82; spessore dell'impiallacciatura sulle fasce 5,2; distanza tra il bordo superiore della cornice sull'impiallacciatura e quello della cassa 75-76; distanza tra il bordo superiore del corpo e la tavola armonica circa 88; spessore della tavola armonica 2,5-3; larghezza del somiere nei bassi 194, negli acuti 114; spessore del somiere senza impiallacciatura e cornice 44, con impiallacciatura senza cornice 49; ponticello sul somiere larghezza 11-8,2, altezza 16-11,1; ponticello sulla tavola larghezza 10,2-7,2, altezza 16,8-10,2; leve dei tasti diatonici lunghezza 333-278, distanze tra le punte sulla traversa e il bordo anteriore 140-113, coperte 112, sezione anteriore delle coperte, davanti ai cromatici 39; leve dei tasti cromatici lunghezza 299-243, distanze tra le punte sulla traversa e il bordo anteriore 124-97, coperte 65; larghezza di tre ottave (Stichmass) 489; larghezza totale della tastiera 699; larghezza media delle porzioni posteriori dei tasti diatonici (tra i tasti cromatici): Re: 15,4; Si, Do, Mi, Fa: 13,4, Sol, La: 12,7; larghezza media dei tasti cromatici 10,3; larghezza media della parte anteriore dei tasti diatonici 23; larghezza dello spazio per le liste-guida dei registri 38; lunghezza vibrante delle corde: Do1 1457-1464, Do2 1028-987, Do3 528-506, Do4 284-271, Do5 134-129, Fa5 102-97. Cenno biografico: la famiglia Traeri era originaria di Brescia. Carlo Traeri, figlio di Ugo, organaro nato a Brescia, è documentato a Quinzano d'Oglio nel 1667, e fu attivo a Bologna dal 1670 sino alla sua morte, nel 1691. Carlo Traeri aveva due figli, Francesco e Domenico, dapprima attivi a Bologna, sino al 1708, anno in cui Domenico si trasferì a Modena per occupare l'incarico rimasto vacante presso la corte estense dopo la morte dello zio Sebastiano Ossa. Domenico Traeri non ebbe figli. Quando un suo collaboratore, Agostino Scarabelli, decise di sposare una nipote di Domenico, questi continuò l'officina del Traeri sotto il nome Agostino Scarabelli detto Traeri. Morì nel 1775 all'incirca. Frattanto Francesco Traeri continuò a lavorare a Bologna, dove morì nel 1732. Ebbe tre figli, Ugo Annibale (1689-1766), Filippo e Giuseppe (1693-1743). Ugo Annibale si trasferì a Modena nel 1716 per aiutare lo zio Domenico. Vi costruì nel 1726 un clavicordo in sedicente possesso di Georg Friedrich Händel. Lo strumento attualmente è proprietà del Maidstone Museum a Maidstone, Kent, Inghilterra. Il clavicembalo descritto sopra risale al 1729. Nella firma la città di Modena non è più menzionata, sicché sembra probabile che in questo anno fosse già tornato a Bologna, dove morì nel 1766. (I miei ringraziamenti vanno al dott. Oscar Mischiati per avermi fornito alcuni dei dati elencati sopra.) |
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