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strumento
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Magno Stegher, Gran liuto basso all'ottava, Venezia, 1607
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inventario
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1754
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rif. Catalogo van der Meer
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n. 102
(=pp. 103-104)
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collocazione
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Sala 5
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Sulla faccia interna del guscio c'è un'etichetta a stampa: Magno Stegher in Venetia / 1607. (L'ultima cifra della data è manoscritta.) Materiali: palissandro, conifera, faggio, ebano, pero, mogano, lino, avorio.
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In questo strumento una delle rosette e il cavigliere non sono originali. La cassa ha una sagoma assai allungata (lunghezza = circa 1,7 volte la larghezza massima) ed è piatta (altezza = circa 0,4 volte la larghezza massima). Il guscio consta di 43 doghe di palissandro, separate da filetti di avorio. La calotta è composta di cinque doghe di palissandro, pure separate da filetti di avorio. Un pezzo di legno in forma d'arco, di palissandro con due filetti di avorio, è incollato all'estremità inferiore della cassa. La tavola è di conifera, attaccata al guscio anche con una striscia di lino tinto nero, probabilmente non originale. Ci sono tre rosette su base ottagonale. Le rosette inferiori sono ritagliate nella tavola e sono originali. Quella superiore è inserita nella tavola e verosimilmente apparteneva a un altro strumento. La tavola è continuata per un breve tratto sull'estremità inferiore del manico, con baffetti da entrambi i lati. Sotto la tavola ci sono sette catene trasversali sulla base della divisione in nove, con due catene addizionali attraverso tutte le rosette. La catena 5 attraversa il centro della rosetta superiore, la catena 4 molto approssimativamente i centri delle rosette inferiori. All'estremità inferiore della tavola c'è una catena curva dalla parte degli ordini bassi, e ci sono cinque catenine poste a raggiera, due alquanto più grandi dalla parte degli ordini acuti, e tre più piccole tra la catena curva e il bordo inferiore della tavola. Catene e catenine sono di conifera. Il manico è di faggio e porta sul retro un'impiallacciatura composta di strisce e filetti di ebano e di avorio. C'è una tastiera separata piatta di ebano con un filetto di avorio lungo i bordi superiore e laterali. Come s'è già detto, la tavola è continuata sul manico per un breve tratto. Dai due lati di questa continuazione ci sono baffetti. Il manico è attaccato allo zocchetto con tre chiodi di ferro, e dà posto a sette legacci. Sulla tavola ci sono tracce di tre tasti di legno. Il ponticello di faggio tinto nero con un'impiallacciatura di ebano e un filetto di avorio lungo il bordo, con baffi, ha fori per 10 ordini doppi. Il cavigliere risale ad un'epoca posteriore (secolo XVIII?). È piegato indietro, di pero tinto nero, a ha un'impiallacciatura composta di strisce e filetti di ebano e avorio. I venti piroli di mogano hanno teste rotonde con un bottoncino in cima. Il capotasto di avorio è del restauro degli anni 1979-83. Il guscio ha una vernice chiara.
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Misure: lunghezza totale (senza il cavigliere piegato indietro) 1012; lunghezza del guscio 710; lunghezza della tavola 686; distanza tra l'estremità superiore della tavola senza l'estensione sul manico e il centro della rosetta superiore 226, i centri delle rosette inferiori 288, il bordo anteriore del ponticello 564, catena 7: 118, catena 6: 167, catena 5: 227, catena 4: 298, catena 3: 351, catena 2: 430, catena 1: 508; larghezza massima 422 (a 199 dall'estremità inferiore); altezza del guscio 170; diametro delle rosette 62; lunghezza del manico 326; larghezza del manico 74,5-95; lunghezza del cavigliere 285; larghezza dei ponticello 15; altezza del ponticello 9; lunghezza vibrante delle corde 888. Accordatura: il cavigliere, come s'è già detto, con ogni probabilità non è quello originale, benché appartenga al periodo in cui il liuto era ancora in uso come strumento musicale. Lo strumento aveva sempre 10 ordini, doppi, ma la forma del cavigliere originale non è più accertabile. È possibile che il cavigliere originale avesse la forma di quello attuale, ma è possibile anche che quello originale avesse una chiocciola per i due ordini (2 x 2 corde) più bassi. Ad ogni modo l'accordatura deve essere stata sempre Do0 - Re0 - Mi0 - Fa0 - Sol0 - Do1 - Fa1 - La1 - Re2 - Sol2 con tutti gli ordini tastabili. Restauro: questo liuto fu restaurato nel laboratorio di restauro di strumenti musicali del Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, negli anni 1979-1983. Provenienza: Liceo Musicale (n. 20). Cenno biografico: anche Magnus Steger fu uno dei numerosi liutai provenienti dalla regione di Füssen. Come abbiamo accennato a proposito di Magnus Tieffenbrucker, il nome Magnus, nella forma dialettale Mang, fu assai frequente intorno a Füssen. In Italia questo liutaio cambiò il cognome in Stegher per mantenere la pronuncia della g come esplosivo gutturale. Stegher fu attivo a Venezia come costruttore di liuti, chitarre e strumenti ad arco per lo meno dal 1607 sino al 1621. |
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Documenti:
Relazione di restauro (Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, 1982-83)
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