strumento
Carlo Tononi?, Violino muto, Bologna, 1717
inventario
1760
rif. Catalogo van der Meer
n. 127 (=pp. 129-130)
collocazione
MdM
 
Sul retro della tavola c'è un etichetta a stampa: C (in una cornice ottagonale) Arolus Tonani fecit Bononie in Via / Sancti Mamantis sub Signa Sancte / Cecilie Anno Domini 1717 (le due ultime cifre manoscritte). Cornice ottagonale con S. Cecilia seduta a un organo. Sul frammento superiore di fondo c'è un marchio con lettere in rilievo CARLO TONONI.
Materiali: pero (tutte le parti dello strumento, se non c'è indicazione d'un altro materiale), ebano, acero, avorio.
La sagoma della cassa è quella normale del violino; gli angoli sono alquanto smussati. La tavola è l'unico elemento completo della cassa. È in due pezzi (di pero!) coi filetti normali (ebano, acero, ebano). Non ci sono fori di risonanza, ma ci sono sulla tavola disegni in inchiostro che suggeriscono tali fori. Non c'è catena. Le altre parti della 129 cassa sono incomplete: due frammenti di fondo, uno all'estremità superiore e uno a quella inferiore, e frammenti di fascia che congiungono i frammenti di fondo con la tavola, quali frammenti sono inseriti. I frammenti di fondo e di fascia hanno una sagoma curvata. La tavola e i frammenti del fondo e di fascia all'estremità inferiore sono congiunti con un tassello inferiore (di pero!). C'è aggetto della tavola e dei frammenti del fondo sopra i frammenti di fascia. Il manico, il cavigliere, il blocco superiore e il cuneo sotto la tastiera sono ricavati da un unico pezzo di pero. Il blocco superiore ha la forma di pestello e congiunge la tavola e i frammenti di fondo e di fascia superiori. Il cavigliere ha la forma di falce e termina in un piatto quadrato. I piroli con lobi spioventi e con un bottoncino in cima sono di pero. Uno è originale, gli altri tre sono del restauro del 1991. I capotasti sono di ebano. La tastiera e la cordiera hanno un'impiallacciatura di ebano sulle superfici superiore e laterali, quella sulla superficie superiore ha quattro filetti longitudinali di avorio. Il bottoncino reggicordiera è infisso nel blocco inferiore. Il ponticello è del restauro del 1991.
Vernice color marrone. 
Misure: lunghezza totale 587; lunghezza della cassa 354; distanza tra la giuntura col manico e gli angoli superiori 129, gli angoli inferiori 207, gli occhielli superiori dei "fori di risonanza" 153, i tagli dei "fori di risonanza" 189, gli occhielli inferiori dei "fori di risonanza" 228; larghezza massima della parte superiore 171 (a 71 dalla giuntura col manico); distanza tra gli angoli superiori 158; larghezza minima della parte centrale 107 (a 142 dalla giuntura col manico); distanza tra gli angoli inferiori 182; larghezza massima della parte inferiore 202 (a 283 dalla giuntura col manico); distanza tra gli occhielli superiori dei "fori di risonanza" 57, tra i tagli dei "fori di risonanza" 71, tra gli occhielli inferiori dei "fori di risonanza" 131; altezza massima della fasce all'estremità superiore 17, all'estremità inferiore 28; spessore della tavola ai bordi 3,8-5; spessore del fondo circa 3; bombatura della tavola 9; aggetto del fondo e della tavola circa 3; lunghezza del manico 120; larghezza del manico 25-37; lunghezza della tastiera 203; larghezza della tastiera all'estremità inferiore 37,2; lunghezza del cavigliere 113; lunghezza della cordiera 102; larghezza della cordiera 33-17; lunghezza vibrante delle corde 309. Restauro: questo violino muto fu sottoposto a restauro nel 1991.
Provenienza: Liceo Musicale (n. 16).
Cenno biografico: Carlo Tononi nacque nel 1675 a Bologna, figlio del liutaio Giovanni Tononi (circa 1650-1713). Fu allievo di suo padre, e lavorò poi in una bottega indipendente a Bologna dal 1695 per lo meno sino al 1717, essendo quest'ultimo anno quello della costruzione del violino muto descritto sopra. La bottega bolognese era "in Via Sancti Mamantis sub signo Sancte Cecilie". Tra il 1717 e il 1720 si trasferì a Venezia, dove morì nel 1740. Sono conservati dalla sua bottega non solo strumenti ad arco, ma anche archetti interessanti (Venezia, Fondazione Querini Stampalia). Quanto allo strumento descritto sopra c'è qualche dubbio riguardo alla paternità. Lasciamo la decisione in merito a giudici più competenti di noi 
 
Documenti:
Relazione di restauro (G.B. Morassi, 1989-91)

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